Recensione di Appunti Da Un Bordello Turco – P. Ó Ceallaigh

Recensione di Appunti Da Un Bordello Turco – P. Ó Ceallaigh

Appunti da un bordello turco di Philip Ó Ceallaigh, una citazione:

“Da qualche parte una tigre mangiava un agnello. Da qualche parte un ponte in una giungla collassava al suolo. Da qualche parte in India un camionista s’appisolava al volante. Da qualche parte un idiota caricava un aereo di bombe. Qualcuno faceva cadere una cucchiaiata di paprika in una zuppa di maiale e fagioli. Tutto sensato. Un uomo spaccava un bicchiere di vino rosso contro un muro bianco.”

Un mosaico di vite, un coacervo di esistenze, un garbuglio di fili.

Storie e facce si intersecano qui. I rapporti e le esistenze dei condomini in un quartiere popolare di Istanbul. Un’anziana coppia in Arizona, un ramingo a passeggio nelle campagne balcaniche, due uomini in un interno di Bucarest, clandestini che fanno i giardinieri per pochi dollari in Virginia, e tanti altri.

In Appunti Da Un Bordello Turco c’è un che di minuto, di quotidiano, ma al contempo grandioso, che viene raccontato.

Piccole storie che si srotolano geograficamente, in un periodo grosso modo contemporaneo, descrivendo un’umanità vitale ma dolente.

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L’autore descrive dei “losers”, direbbero gli americani, con uno stile conciso ma bello da leggere.

Particolari mai oziosi ed efficaci nel descrivere i pensieri e le emozioni umane, nobili o turpi che siano.

Una lettura sincera, senza voyeurismi o giudizi affrettati, ma piena di compassione, nel senso nobile del termine.

Leggo che l’autore ha vissuto a lungo nell’Europa dell’Est, e mi viene il dubbio se alcuni degli elementi del libro non derivino da esperienze effettivamente vissute.

Ma tant’è… Appunti Da Un Bordello Turco, che dà il titolo alla raccolta, è solo una delle tante storie dostoevskijane – umane, umide, livorose, candidamente sgangherate – ivi raccontate.

Come scrive Ceallaigh, “varrebbe la pena scriverci un racconto anche solo per usarlo, un titolo del genere.” Ed è quello che fa.

Con somma goduria del lettore, aggiungo io.

Evviva, ora e sempre, i resilienti, con il loro vino stantio, le loro umbraggini e le donne troppo belle da ammirare che non saranno mai loro, se non per un fortuito quanto effimero, fugace, caso.

APPUNTI DA UN BORDELLO TURCO – RACCONTI EDIZIONI – 2016


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