Questo Sangue Non È Mio – Intervista Giovanni Lucchese

Questo Sangue Non È Mio – Intervista Giovanni Lucchese

 

Quando hai iniziato a scrivere Questo sangue non è mio e quanto ci hai messo?

Il seme del romanzo è stato piantato circa due anni fa. Inizialmente pensato come un racconto breve, la storia ha iniziato a crescere dentro di me fino a diventare un romanzo. La prima stesura mi ha impegnato circa otto mesi di lavoro, ho dovuto lavorare su uno stile per me nuovo e con un personaggio che vive, pensa e agisce in maniera molto diversa dalla mia.

Se dovessi descriverlo in una frase di cosa parla il tuo libro?

Del coraggio necessario a guardare in faccia il lato oscuro che è in ognuno di noi, e di saperlo affrontare e sconfiggere.

Come mai hai scritto un libro su una tematica così delicata e ancora tabù come la schizofrenia?

In realtà l’Altra, la voce che abita nella protagonista e che interagisce con lei nell’arco della storia, nasce inizialmente come una presenza aliena, uno spirito. O meglio, preferisco che sia il lettore a decidere la chiave con cui interpretare il mio romanzo.

Ovviamente Carlotta, la mia protagonista, ha le caratteristiche e i sintomi di una donna schizofrenica, ma la cosa è venuta fuori dopo, quando la storia ha iniziato a prendere piede e ad acquistare spessore.

Quanto vive in te l’eterna lotta tra l’essere e l’apparire?

Sarei ipocrita se ti dicessi di non preoccuparmi dell’apparenza. Viviamo in un mondo che dà un’estrema importanza, spesso troppa, al lato estetico di ogni cosa. Il segreto secondo me è riuscire a bilanciare i due aspetti, nutrire il proprio lato interiore tanto quanto curiamo il nostro aspetto estetico.

Per farlo bisogna lasciarsi stimolare da tutto quello che ci circonda, mantenere viva la propria curiosità, il proprio desiderio di conoscere cose sempre nuove. Io cerco sempre di mantenere vivo questo aspetto, e di curare al tempo stesso la mia immagine. Del resto, cosa c’è di meglio di una persona curata e al tempo stesso interessante?

Come è stata la tua esperienza nella Scuola di scrittura Omero?

Devo tutto a Enrico Valenzi e Paolo Restuccia. Sono i miei maestri, i miei critici più feroci e i miei fan più accaniti. Scrivere è un mestiere faticoso e solitario, con loro si ha sempre un feedback onesto ed esperto sul proprio lavoro. Seguono i loro allievi con mano leggera, pur non disdegnando qualche “scapaccione” quando ce n’è bisogno. Consiglierei a chiunque voglia intraprendere questo percorso di frequentare la Scuola Omero.

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Se dovessi fare un augurio a Carlotta, la protagonista di Questo sangue non è mio, cosa le augureresti?

In realtà sono piuttosto orgoglioso di come se la cava alla fine della storia, ma se dovessi aggiungere qualcosa, le augurerei di riuscire finalmente a fare pace con se’ stessa.

Come vivi le presentazioni ed i riscontri che il tuo libro ha avuto? Te lo aspettavi?

Ogni presentazione è un evento unico e irripetibile. Non importa quante persone vengano, quante copie del libro si vendano o quanto chilometri debba percorrere. Incontrare anche soltanto una persona interessata al mio lavoro è un’esperienza che non ha prezzo. Ho un carattere estremamente critico, soprattutto verso me stesso, quindi vivo ogni complimento che ricevo sul mio lavoro come un dono prezioso, ovviamente senza mai montarmi la testa! Quello è l’errore peggiore che uno scrittore “giovane” possa fare.

Cosa fai quando non scrivi?

Cerco di arricchire la mia vita in tutti i modi. Ho un altro lavoro che mi aiuta a mantenermi, vado al cinema il più spesso possibile, in palestra, leggo molti romanzi contemporanei e cerco di frequentare i miei amici con assiduità. Ogni cosa può arricchire la mia creatività e nutrire la mia fantasia, è molto importante non isolarsi mai, soprattutto se si decide di intraprendere un percorso creativo come questo.

Quando eri bambino cosa pensavi di fare da grande?

Volevo diventare una star del cinema, o un cantante pop. Ma in realtà leggere era la mia vera grande passione.

Un libro che è stato importante per te e uno che non sei riuscito proprio a finire?

It di Stephen King, mi ha fatto capire che una storia magnifica non deve avere limiti. Da bambino l’ho divorato, da adulto ogni tanto lo rileggo cogliendone aspetti sempre nuovi.

Purtroppo non sono mai riuscito a finire “Il signore degli anelli”, non sono un  grande fan del fantasy, ma la sfida è ancora aperta.

Scriverai altri libri?

Puoi scommetterci.

Se fossi un libro saresti?

Un romanzo strampalato, grottesco, assurdo ma assolutamente credibile di Chuck Palahniuk.

QUESTO SANGUE NON È MIO – ALTER EGO – 2017

 

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