Recensione di Barcelona Desnuda – Amaranta Sbardella

Recensione di Barcelona Desnuda – Amaranta Sbardella

Barcelona Desnuda, una citazione:

“Tant si sona com si no sona, Barcelona sempre ès bona (sia che suoni o che non suoni, Barcellona è sempre buona).”

Nella Barcellona di oggi, un giovane stagista bibliotecario si è chiuso a lavorare nel suo appartamentino malandato, nel multietnico quartiere Raval. Cataloga libri sulle letterature contemporanee catalana e castigliana per conto della Biblioteca Centrale.

All’improvviso le schede di alcune delle maggiori opere su Barcellona, alle quali stava lavorando da giorni, spariscono. I personaggi delle opere che sta catalogando non sopportano infatti di essere imprigionati nelle sue asettiche schede. E hanno così deciso di impossessarsene e di uscire in strada. Finalmente liberi, per riappropriarsi della loro Barcellona. Petra Delicado, Clara Barceló, Pepe Carvalho e molti altri si avventurano nella città catalana per percorrere lo stesso tragitto già effigiato nell’opera letteraria cui appartengono.

Incontrano personaggi loro contemporanei. Si fermano a contemplare i monumenti. Entrano in cafés e teatri, tornano alle atmosfere di cui sono intrise le opere che li ospitano.

Nel ripercorrerne i luoghi – o profondamente cambiati, se non addirittura scomparsi, o immutati – questi personaggi ci svelano una città più intima e segreta.

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Barcelona Desnuda di Amaranta Sbardella è invero un insieme di racconti dedicati a Barcellona. Una guida sentimentale alla sua storia, alla sua arte ed alla sua realtà urbanistica che costituisce un mosaico multicolore della ciutat, un unico rosone gaudiano che accoglie tutti i quartieri e gli episodi salienti della loro storia.

Un percorso che si snoda nello spazio e nel tempo, attraverso lo sguardo di personaggi letterari e artistici, famosi o meno, in cui ciascun racconto cerca di restituire l’essenza della città.

Grazie all’utilizzo di escamotage narrativi originali, a parlare sono gatti, statue, prostitute, piazze, uccelli, malavitosi, eroi, poveracci. Ogni voce è soltera, ma tutte insieme hanno l’effetto di un coro. Dai rocamboleschi tentativi di fuga della salamandra di Gaudì da Parc Güell all’ascolto della voce dei morti che hanno segnato i casi più significativi dell’ispettore Petra Delicado (protagonista delle saga poliziesca di Alicia Giménez-Bartlett). Sino ad entrare in un quadro di Ramon Casas i Carbó per assistere all’esecuzione pubblica di Aniceto Peinador, nel 1893.

In Barcelona Desnuda, tanti piccoli – ma grandiosi – tasselli ci restituiscono la Barcellona degli anarchici, dei bombardamenti italiani durante la Guerra Civile, degli anni del franchismo, dell’incendio ai conventi e delle mummie portate in strada a ballare, delle speculazioni olimpiche del 1992.

Una conurbazione fatta di accoglienza e mutilazioni, una città a tratti irriconoscibile e sconosciuta, ben lontana dalla cristallizzazione turistica e stereotipata della movida e delle tapas. Un cuore dolente e pulsante. Un volto che trasuda amore ed orgoglio.

Perché poi ogni spunto narrativo diventa un pretesto per immergersi in accurate descrizioni di piazze, edifici, vie.

Barcelona Desnuda è prima di tutto una mappa spaziale e temporale della città, corredata dalle belle foto di Emiliano Maisto sulla Barcellona di oggi e dalle cartoline postali della Barcellona del tempo che fu, che conducono verso un ulteriore percorso di (ri)scoperta.

La Sbardella ci regala un libro singolare, una lettura sfidante, piena di chicche, che ti fa venir voglia di prendere il primo volo, con un fagotto di libri sotto braccio, per andare a perdersi nel Barrio Chino.

BARCELONA DESNUDA – EXORMA EDIZIONI – 2018

 

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