Recensione di Trump – Sergio Romano

Recensione di Trump – Sergio Romano

Trump e la fine dell’american dream è un piccolo libro ricco di informazioni, considerazioni e ragionamenti molto interessanti.

L’ho letto tutto in una volta cercando di capire se davvero ciò che penso di quello che è, da esattamente un anno, il Presidente degli Stati Uniti possa essere reale, palpabile, percepito in maniera diffusa.

In Trump di Sergio Romano, ci viene descritto l’uomo Donald Trump, dalla nascita del suo impero alle motivazioni per le quali è, detta alla maniera del suo equivalente nostrano, sceso in campo.

Parliamo di un palazzinaro, uno che costruisce, rivende e va ben oltre. Organizza concorsi di bellezza, da Miss Teen a Miss Universo, mega eventi… una gigantesca fabbrica di lusso e svago.

Fondamentalmente ha creato un impero sul suo nome divenuto ormai sinonimo di giochi, tette perfette e qualche altra cosuccia che funziona alla grande ad ogni latitudine.

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Parla in pubblico usando slogan, brevi frasi ad alto contenuto demagogico, sempre con inizio e fine del concetto e una pausa al punto giusto per suscitare e beccarsi applausi scroscianti che gli ribadiscono ogni volta quanto sia amato e vicino ai suoi interlocutori.

Giochetti di prestigio basilari per la massa.

“Per certi aspetti Obama aveva entusiasmato il Paese, per altri aveva rafforzato l’America conservatrice, introversa, sospettosa di qualsiasi coinvolgimento internazionale, tradizionalmente convinta che il mondo approfittasse della sua ricchezza e generosità”.

Ed è per questo, e anche perché a 69 anni sapeva di non avere altre possibilità in futuro, che Donald Trump ha acceso i motori per andare in cerca dei consensi dell’America nazionalista. Fino a quella razzista, arrivando a diventare il presidente della nazione più influente del globo (e il più vecchio di tutta la storia).

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Il trovarsi a confronto con Hillary Clinton, che amata da tutti non è mai stata, gli ha certamente facilitato le cose.

Tanti sono gli argomenti e tutti trattati con maestrìa.

In Trump si capisce tutto al volo: i discorsi sull’economia, sul nativismo (corrente ideologica secondo la quale esiste una purezza etnica dell’America anglosassone…ricorda qualcosa???), le due forme di terrorismo, come viene vissuta l’immigrazione, i miliardi di dollari in investimenti militari ripristinati appena insediatosi, il Messico, i rapporti internazionali e quelli con la Russia, l’impeachment, i tweet…

“l’America è sempre stata, contemporaneamente, puritana e liberale, bigotta e spregiudicata, isolazionista e internazionalista, protezionista e liberoscambista”.

Per l’America “GREAT AGAIN” forse però dobbiamo attendere il prossimo!

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