Recensione di Ultimo Banco – Giovanni Floris

Recensione di Ultimo Banco – Giovanni Floris

Oggi voglio segnalare un libro di Giovanni Floris, Ultimo Banco.

Lo segnalo per almeno due motivi, il primo  è il tema, Giovanni Floris parla di scuola, parla di educazione e di cultura, lo fa partendo dalla sua esperienza, lo fa con garbo eppure affonda il coltello nella piaga.

In questi giorni , con la TV che trasmette e ritrasmette le immagini del professore di Lucca, un uomo di 64 anni che inerme è stato costretto a  subire l’arroganza e la cattiveria da parte di giovani che dovrebbero essere il nostro futuro, il libro di Floris può essere un ottimo strumento di riflessione.

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Altro motivo è che il libro è pubblicato dalla neonata casa editrice Solferino, la nuova casa editrice del Gruppo RCS che, scrivono nel sito, “Si occuperà di narrativa, saggistica, poesia e libri per ragazzi, italiani e stranieri. Il nome è emblematico, via Solferino 28 è l’indirizzo del Corriere della Sera dal 1904. Il rapporto con il Corriere della Sera e con tutte le testate del Gruppo RCS sarà di ispirazione, libertà e reciproca autonomia.”

Subito nell’introduzione di Ultimo Banco  leggo

(Floris cita Gramellini):
“Non è questione di preferire il lavoro intellettuale a quello manuale, entrambi nobilissimi. Solo di ricordarsi che la scuola non è nata per formare dei lavoratori, ma degli esseri umani” e, aggiungo io, non è questione di ceto sociale o di tipo di scuola.

“La scuola è in grado di determinare il futuro di un cittadino: anche negativamente. Se non fornisce gli strumenti adeguati per realizzarsi, insegnerà la frustrazione. Se non offre modelli positivi di autorità, insegnerà il disprezzo per le istituzioni.”

E racconta anche dei suoi insegnanti Floris in Ultimo Banco, io ricordo i miei, molti erano cresciuti con le lotte studentesche del ’68, ma erano uomini (ho avuto quasi esclusivamente insegnanti uomini al liceo classico) colti, intelligenti, brillanti, che si prendevano la briga di uscire dai programmi per stimolarci.

Il mio professore di greco e latino ci leggeva Mann e Bertrand Russell e nessuno mai si sarebbe permesso di mancargli di rispetto, eppure non ha mai avuto bisogno di alzare la voce.

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“I professori ogni giorno vanno «in scena» davanti al meno clemente dei pubblici. Sono esposti ai colpi di testa degli studenti, che non di rado sono più ricchi di loro, sempre più giovani, magari più brillanti. Nonché più ignoranti, ma questo sarebbe normale, e spesso indisciplinati. Quando scelgono l’attacco personale al prof come arma di delegittimazione, la classe, da palcoscenico impegnativo, diventa il campo di una partita che può rivelarsi durissima.”

Ma commentare Ultimo Banco richiederebbe molte, troppe pagine che qui non abbiamo, allora vi invito a leggere Giovanni Floris perché, ripeto, è necessario riflettere oggi più che mai, anche su altri temi che Floris affronta:

“A dicembre del 2017, il presidente degli Stati Uniti ha proibito alla massima autorità sanitaria statunitense, il Center for Disease Control and Prevention (Cdc), di usare alcune parole (…) dai documenti dovranno essere banditi i termini vulnerable, entitlement, diversity, transgender, fetus, evidence-based, science-based, ovvero: vulnerabile, diritto, diversità, transessuale, feto, basato sulle evidenze, basato sulla scienza”.

That’s it.

ULTIMO BANCO – SOLFERINO – 2018

 

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