Recensione di Vendetta – Yoko Ogawa

Recensione di Vendetta – Yoko Ogawa

Vendetta è una creazione di Yoko Ogawa che ha definito la sua opera una “raccolta di undici racconti di lutto.”

In questo romanzo, a metà tra il romantico e l’horror, l’inquietudine si manifesta già dalla copertina.

In Vendetta, dopo la prima pagina si è avvolti da una sensazione di attesa, come nei migliori thriller, seguita dal salto dalla sedia per il colpo di scena che arriva quando meno te lo aspetti.

Ogni singola parola è scritta per creare un mondo perfetto, dipinto come quegli acquerelli che non hanno contorni ma moltissime sfumature.

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Non ci sono riferimenti, nomi di persona o luoghi, solo delle anonime lettere dell’alfabeto laddove la classificazione è inevitabile.

I singoli personaggi, come i capitoli, sono legati in modo assolutamente non intuibile, perciò chiunque all’interno di Vendetta ne muove la trama spostandosi avanti nel tempo e nello spazio.

Senza permettere al lettore di distrarsi un secondo, perché nessun particolare è privo di importanza.

Questi dipinti di parole sono a tinte forti, con il rosso sangue ricorrente in ogni capitolo.

La morte è forse la vera protagonista e dall’inizio alla fine del romanzo non smette mai di sbaragliare le attese muovendo le fila dei suoi tanti burattini con ironica crudeltà, surreale banalità e affilata curiosità.

Fino alla riuscita dell’abbattimento definitivo dei personaggi. Chi si cimenta nella lettura di questo insolito romanzo sappia che non avrà nessun punto di riferimento convenzionale, sarà quindi come tuffarsi in un mare nero e profondo, nel quale il termine della storia coincide con la fine dell’apnea.

Non è una raccolta di racconti e non è neppure un romanzo. Per come è strutturato. Allora si capisce la definizione usata dall’autrice come undici racconti di lutto. La vendetta qua non viene assolutamente servita fredda, anzi, alle volte è caldissima.

VENDETTA – IL SAGGIATORE – 2014

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