A Proposito Di Majorana, una citazione:
“Per tutta la vita Majorana era andato alla ricerca delle formula che gli consentisse di accedere alla totalità, quella torre di particelle che in qualche maniera rappresentava l’elemento unico e che, solo agli occhi dei vari osservatori, avrebbe mostrato facce e sembianze diverse. Negli anni che trascorse rinchiuso nella casa paterna, studiò filosofia, teologia, neurologia e storia. Si trattava indubbiamente di uno sforzo intellettivo troppo ambizioso per un comune suicida. E se ci fosse arrivato? mi domandai all’improvviso.”
Un libro sulla fuga, sull’afflato che essa ci dà. Un libro sul viaggio, ma non verso una destinazione geografica – non solo, almeno – bensì metafisica.
Nel marzo 1938 il fisico Ettore Majorana – genio conclamato e uomo umbratile – sparisce in circostanze misteriose da un traghetto che lo sta portando da Palermo a Napoli.
Quasi ottant’anni dopo l’argentino Ernesto Aguiar, annoiato redattore di necrologi alla vigilia delle nozze, viene inviato dal proprio direttore nel capoluogo campano per realizzare un servizio sullo strano caso del celebre scienziato. Il viaggio verso l’Italia a bordo di una barca a vela in compagnia di Ross il Biondo, vecchio compagno di scuola, prende però una piega inattesa.
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A Proposito Di Majorana è un romanzo avvincente in cui i princìpi della fisica quantistica si mescolano a un’appassionante indagine poliziesca, e l’enigma mai chiarito della scomparsa di Ettore Majorana diviene il pretesto per indagare la natura aleatoria della realtà.
Ernesto a Napoli – con le sue piazze, i vicoli e la sua umanità, protagonisti parimenti della storia – scoprirà nuovi amici facendo incontri – un commissario, accademici, una barista, gente comune – e scoperte tali da mutare le sue idee e convincimenti.
A Proposito Di Majorana ci regala una chiave di lettura non solo sulla vicenda del fisico, che è il ‘motore immobile’ della storia, ma soprattutto sull’errare, con echi pirandelliani de “Il fu Mattia Pascal”.
Il cileno Javier Argüello (dei desideri e dei rimpianti che ognuno si porta appresso e mescolando abilmente diversi generi) pone l’accento sul mistero che è la vita. E su quanto le scelte di ciascuno di noi siano ben lontane dall’essere totalmente libere.
Forse è vero che siamo tutti particelle elementari. Di cui è impossibile capire il moto se vengono analizzate come corpi isolati. Mentre invece bisogna considerare come interagiscono l’une con le altre.
Perché c’è sempre un senso nel tutto, che va al di là della somma delle parti.
A PROPOSITO DI MAJORANA – VOLAND – 2018
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