Confessioni Di Un Ribelle Irlandese. Si apra il sipario.
Sfrontato, insolente, arrogante. Ma anche genuino, sincero, fedele. In ogni caso ribelle.
La vita di Brendan Behan è letteralmente un’odissea. Senza scomodare il buon Omero, per analizzare le gesta del ragazzo di Dublino servirebbe una formula magica.
Nato e cresciuto nei ghetti senza futuro nella parte nord della capitale irlandese, Brendan fugge presto dall’isola verde. Ma non per cercare fortuna. Per combattere il nemico inglese, per consegnare la piena libertà al proprio popolo: “Non caccerete mai gli irlandesi dall’Irlanda. Quando vi entrerà in zucca?”
Appartenere all’esercito repubblicano irlandese non era facile. La latitanza è pratica comune e le operazioni pianificate non sempre riescono ad andare in porto. E in questo scenario Brendan ci mette del suo. Ingenuità ed una dose eccessiva di audacia giocano all’indisciplinato irlandese un brutto scherzo. Così nel 1939 viene arrestato a Liverpool all’età di 16 anni e condotto in un carcere minorile, in un “borstal”.
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Inizia così uno dei capitoli importanti della sua folle esistenza. La detenzione. Qui nasce l’ispirazione che lo porterà nell’olimpo degli artisti.
Ma non finisce qua. Rilasciato dopo appena tre anni per buona condanna, assapora nuovamente l’ambiente della prigione. La reclusione nel penitenzioario dublinese di Mountjoy dura quattro anni. Santa amnistia.
Per certi versi le sbarre lo formano, lo educano. Ma non lo trasformano. Brendan Behan sarà sempre irriverente: “Quando in Irlanda mi chiedono se di recente mi sia confessato, rispondo sempre: “No, la confessione è per i peccatori.”
È il momento del dolce girovagare. Francia, Parigi. La Parigi tanto cara al ragazzo irlandese.
Tra pub di mezza Irlanda e non solo, lavori da imbianchino e attività più o meno lecite, emerge il Behan romanziere. Il Brendan drammaturgo. Quello che stava nascendo già nel “borstal”.
Di lavorare come mamma suggerisce non se ne parla. Si scrive!
La vita di Brendan Behan è una rappresentazione scenica, è un’opera teatrale. Tra finzione e realtà, tra messinscena e verità. Tra il nero e il bianco. Mai grigio.
Il guascone dublinese ci lascia a soli 41 anni con tante opere di rilievo e un successo forse inaspettato. Ma con una dose di genialità fuori dal comune.
Confessioni Di Un Ribelle Irlandese merita un posto in ogni libreria. Un flusso di pensieri liberi in cui emerge a chiare lettere la personalità di Brendan Behan. Rivoluzionario di nascita, imbianchino per necessità, romanziere per destino. Ma sempre con un asso nella manica. E magari una pinta tra le mani.
Forse è troppo presto ma signore e signori…cala il sipario. Brandan Behan.
“Io ho un tal senso dell’umorismo che sarei capace di scoppiare a ridere nel bel mezzo di un funerale, sempre che non si tratti del mio.”
“Vecchia sporca Dublino per un figlio che ritorna
sei una madre che attende al tramonto
con la puzza di alcool, coi baci e le canzoni
per chi è stato un prigioniero lontano
c’è una bomba e una pistola, un inglese da accoppare
e una divisa dell’esercito in verde
ma è sempre soltanto la stessa vecchia storia e nessuno lo capirà.”
CONFESSIONI DI UN RIBELLE IRLANDESE – GIANO EDITORE – 2010
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