Cose Impossibili Di Tutti I Tipi. Racconti possibili, uomini possibili.
L’Irlanda è il luogo incantevole dei paesaggi mozzafiato, delle distese verdi senza tempo, delle cittadine colorate così affascinanti e della gente che ha fatto della semplicità il proprio motore quotidiano.
Ma non solo. C’è anche altro. C’è la solitudine latente, la distanza incolmabile con il mondo che inesorabilmente avanza senza freni, c’è il senso di colpa dell’abbandono e l’eterno sogno dell’arrivederci.
Cose Impossibili Di Tutti I Tipi racconta tutte queste sfumature, le rivela nella sua originaria drammaticità, le mostra nell’intimità più profonda.
La raccolta di racconti dello scrittore irlandese John McGahern ha come scenario un’Irlanda dalle tante sfaccettature. Quella cittadina con Dublino che fa da sfondo, la parte rurale che fa prepotentemente capolino e quelle terre lontane capaci di ospitare esuli disillusi.
Uomini in perenne conflitto con loro stessi, persone comuni in bilico tra disillusioni, speranze, contraddizioni, certezze. Personaggi specchio della società in cui si sentono intrappolati, padri e figli incapaci di esternare le proprie emozioni, uomini ingabbiati in un senso di mediocrità, legati mani e piedi in un circuito senza uscita chiamato stabilità.
La malinconia è imperante ma va quasi a braccetto con il desiderio di riscatto, di emancipazione, di fuga da una ripetitività disarmante: “La mattina mi venne incontro come le altre umide fredde mattine dublinesi, il mondo quasi già ritornato alla quotidianità. La miriade di possibilità che sognavamo nel pericolo della notte prima, fossimo stati risparmiati, erano ormai dimenticate, adesso che si stendeva tutto davanti a noi in tale tediosa abbondanza.”
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I racconti che lasciano più il segno come “Il funerale in campagna” o come “Orologio d’oro” puntano il dito sulla complessità delle relazioni interpersonali, sulle dinamiche relazionali molto spesso statiche tra padre e figlio, tra fratelli vicini ma terribilmente lontani. Legami ossidati, incapaci di mutare, imprigionati in un immobilismo sconfortante: “Eravamo nella cella dei condannati in attesa della grazia o dell’esecuzione, tranne che stavolta tutto il mondo era la cella.”
Philly, Fonsie, John e tutti gli altri ostaggi di un’esistenza forse già scritta, invitanti in una festa dove non volevano partecipare, reclusi in una bolla che non scoppierà mai. Stretti in una morsa tra la realtà e quello che poteva essere.
Signore e signori ecco l’Irlanda. Incanto e disincanto. Due facce della stessa medaglia.
Cose Impossibili Di Tutti I Tipi propone storie all’apparenza estremamente essenziali, banali, forse da sottovalutare. Niente di più sbagliato. Il lettore sarà piacevolmente travolto da un mix di latenti emozioni, da un turbinio di reconditi pensieri, da un vortice improvviso di considerazioni esistenziali.
Il lavoro di McGahern, il “Čechov d’Irlanda”, è prezioso e merita di essere custodito gelosamente. Nel nostro cassetto di ricordi o in quella gabbia pronta per essere aperta.
In fondo, siamo in possesso delle chiavi.
“Dicono che il mondo sarebbe un posto migliore se guardassimo oggettivamente a noi stessi e soggettivamente agli altri, ma non è così che funziona il gioco.”
COSE IMPOSSIBILI DI TUTTI I TIPI – RACCONTI – 2020
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