Demon Copperhead, una citazione:
“Mi sedetti in mezzo alle tombe ad ascoltare i canti che provenivano dalla chiesa. Quelle persone sembravano così contente di avere qualcuno che pensava a loro, che non le lasciava mai sole, così sicure che la promessa era reale. Avrei dato un occhio per poter essere come loro.”
Questa è la storia di un ragazzo che tutti chiamano Demon Copperhead, un eroe dei nostri tempi.
Un ragazzo che può contare solo sulla bella faccia ereditata da suo padre, una criniera di capelli color rame, lo spirito aguzzo e il vizio di sopravvivere.
Il suo esordio nel mondo – mamma di diciott’anni che partorisce sola con una bottiglia di gin, anfetamine e oppioidi –, in una casa mobile sperduta negli Appalachi meridionali, dà l’avvio a ciò che verrà dopo.
Demon inizia la sua corsa a perdifiato attraverso la vita.
Sfreccia per le selve oscure dell’affido, del lavoro minorile, delle scuole fatiscenti, fino al sogno del successo atletico, con la seguente caduta nella dipendenza.
Nel mentre, si ossessiona con gli eroi della Marvel, si disegna i suoi fumetti, si inerpica per le vette vertiginose del grande amore e sprofonda nel dolore straziante della perdita.
Attraverso tutto questo, Demon deve combattere, armato del suo caustico umorismo e poco altro, contro la propria invisibilità in un mondo in cui la speranza sembra abbia abbandonato le terre selvagge per la città.
La sua voce è quella di una generazione di ragazzi perduti, nati in posti splendidi e maledetti che neanche per un istante concepiscono di abbandonare.
Ma Demon è un combattente, un sopravvissuto, proprio come David Copperfield nella sua sventurata Londra.
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Barbara Kingsolver, classe 1955, è considerata una delle più importanti scrittrici americane contemporanee. Demon Copperhead è il romanzo vincitore del Premio Pulitzer 2023.
La Kingsolver, attraverso una scrittura precisa, pungente ma vivacissima, realizza un romanzo capolavoro.
Prende un classico della letteratura britannica vittoriana e lo trasla negli Appalachi degli anni Novanta, che sembrano usciti dalla “Grande depressione” di steinbeckiana memoria.
Un contesto apparentemente marginale – la dimora dei cosiddetti “hillbillies”, i campagnoli irrisi da tutti gli Stati Uniti – ma che fornisce un punto d’osservazione privilegiato per analizzare l’America odierna.
L’autrice riesce a recuperare il cuore pulsante di David Copperfield, ossia la capacità di unire un protagonista indimenticabile, umano e mai idealizzato, a una feroce, puntuale e lucidissima critica sociale.
Demon Copperhead è anche, infatti, un viaggio che attraversa l’epidemia di oppiodi che ha colpito gli Stati Uniti, l’indifferenza dei servizi sociali e l’impossibilità di riscatto per quegli ultimi che il sistema si rifiuta di vedere (come visto ultimamente nella serie Dopesick).
Demon, poi, è un personaggio straordinario che porta con sé caratteri e sentori di Huck Finn e di Holden Caulfield, ma ancora più duro.
Come un diamante non si spezza, anche nelle situazioni più abiette.
Ma, in questa waste land, esiste una speranza? Si, risiede nella bontà dell’essere umano, nelle persone capaci di fare del bene, di fare comunità, di aiutare gli altri.
E nel romanzo sono quasi sempre le donne a offrire questo sostegno.
Lo stesso sguardo compassionevole ma non pietoso che ha la Kingsolver verso i suoi personaggi. Li tratta con grazia, li restituisce nella loro dignità, anche se si tratta di campagnoli dell’Appalachia rurale, terra dimenticata da tutti.
Demon Copperhead è il canto di una umanità abbandonata, ma non invitta.
Un libro impossibile da lasciare una volta incominciato.
Con un protagonista, credo, che resterà impresso nella letteratura contemporanea.
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DEMON COPPERHEAD – NERI POZZA – 2023
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