E’ Ricca, La Sposo E L’Ammazzo di Jack Ritchie – Recensione


E Ricca La Sposo E LAmmazzo Recensioni

È Ricca, La Sposo E L’Ammazzo, una citazione:

“Avevo vissuto per quarantacinque anni senza la necessità di abbassarmi a lavorare, e trovavo manifestamente iniquo che ci si aspettasse che lo facessi ora. Restava un’ultima risorsa, il matrimonio.”

È Ricca, La Sposo E L’Ammazzo è una raccolta di 12 racconti fulminei.

Jack Ritchie, probabilmente il più geniale scrittore di racconti noir, sa bene come attirarci nella sua trappola.

Quando la fa scattare, è sempre troppo tardi: ci siamo ormai lasciati sedurre, incantare, abbindolare, e l’elemento imprevedibile ci prende inevitabilmente alla sprovvista.

E non ci basta mai, perché non vediamo l’ora di ricascarci.

La precisione delle sue parole di velluto, capaci in poche frasi di creare un mondo, personaggi che ci sembra di conoscere da sempre, un congegno implacabile, inducono una meravigliosa dipendenza.

Questo assortimento contiene alcuni dei suoi racconti più famosi e amati.

Le sue storie sono brevi, fulminanti, ciniche e brillanti. C’è un sottile e continuo filo di ironia e di paradosso che le tiene assieme e le percorre.

La scrittura di Jack Ritchie è straordinaria nella sintesi, nei dialoghi e nei finali mai scontati, il ritmo narrativo avvolgente.

Nato nel 1922 a Milwaukee, Jack Ritchie si appassionò al mystery mentre prestava servizio militare in un’isola remota del Pacifico.

“Uomo geniale nel posto sbagliato, miniaturista d’eccezione in un’epoca di cose gigantesche”, Jack Ritchie è riconosciuto come uno dei più raffinati scrittori di racconti noir.

Centinaia di racconti pubblicati e ripubblicati in tutto il mondo. Uno divenne il soggetto di un film celebre del 1971, “È ricca, la sposo e l’ammazzo”, con Walter Matthau e Elanie May. Altri fornirono lo spunto ai celebri telefilm di Alfred Hitchcock.

Jack Ritchie sarebbe anche stato capace di proporre nuove versioni per il finale di Rashomon, di mostrare che Hitler in realtà era un tenerone, di indurre il sospetto che Marilyn Monroe fosse una spia.

Lo scopo? Truffare i lettori, a ogni racconto.

Leggendo Ritchie, si viene folgorati da un elemento impensabile, non visto, nascosto nelle pieghe della storia con l’abilità di un prestigiatore.

E alla folgorazione, si accompagna molto spesso una solenne risata.

Ritchie è il Kevin Spacey de “I soliti sospetti”.

Un Keyser Söze della narrazione.

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È RICCA, LA SPOSO E L’AMMAZZO – MARCOS Y MARCOS – 2022

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