Recensione di Gli Amici Di Una Vita – Enrico Brizzi

Recensione di Gli Amici Di Una Vita – Enrico Brizzi

Gli Amici Di Una Vita, una citazione:

“Eva si disse che quel liquido regno non era né un mostro né un dio generoso; poteva tutto e il contrario di tutto, tranne restare fermo e spiegare quale nome avesse la forza misteriosa che lo animava. Allora lo sentì simile a sé come non le era mai accaduto, e si disse che valeva la pena di vivergli accanto sino all’ultimo giorno.”

Eva Bauer ha 36 anni, ama il rock e il running, rifugge il matrimonio e da ragazza mai avrebbe immaginato che si sarebbe guadagnata l’indipendenza lavorando in Polizia, né tanto meno che avrebbe considerato quel mestiere una vera e propria missione nella vita.

Eva è un’ispettrice che, fresca di trasferimento a Rimini, prende servizio nella squadra investigativa del nuovo commissariato Marina; insieme al ruvido commissario Scaringella, al fascinoso collega Nico, all’esperto informatico Bomber e agli altri ragazzi del team, Eva è chiamata a vegliare sulla tranquillità di una città che d’inverno conta meno di duecentomila abitanti e che d’estate si trasforma nel cuore pulsante di una megalopoli costiera più popolosa di Roma e di Milano.

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Prima ancora che la stagione abbia inizio, però, la morte misteriosa di un celebre chef , divenuto anche personaggio televisivo, la scaraventa nel vortice di un caso che si configura da subito come un duello senza esclusione di colpi contro un nemico astuto e spietato. Un caso le cui radici affondano in un antico rancore.

Gli Amici Di Una Vita è una scossa di adrenalina, un affresco di una Riviera livida e al contempo roboante, una “repubblica fluida” fatta di chiaroscuri e serate folli, un sottobosco di relazioni e rapporti che durano da sempre, come i misteri e le mezze verità che albergano nella comunità, ora omertosa, ora troppo ciarliera.

Nel libro troviamo gli echi (ed uno smaccato, sublime omaggio) al Pier Vittorio Tondelli di “Rimini” – il quale costruì un romanzo in cui la Riviera è il palcoscenico ideale, dove confluiscono storie, motivi e personaggi dell’Italia degli anni ’80 – costituendone una sorta di continuum nella descrizione del weltgeist o “spirito del tempo.

Gli Amici Di Una Vita che popolano il libro ricordano i protagonisti de “La 25° ora” di Spike Lee (film tratto dall’omonimo ed eccellente romanzo di David Benioff) “Cosa sperava di fare, allora, un semplice temporale? Che venissero il tifone, il tornado, lo tsunami. Che venissero in fretta i diavoli dell’inferno a portarseli via tutti, gli abitanti di questa città maledetta distesa lungo la costa d’un mare limaccioso come lo Stige …”. Un vero e proprio odi et amo verso una certa provincia. Dove la verità la devi cavare dal fango.

Enrico Brizzi, classe 1974, si è imposto sulla scena della narrativa italiana nel 1994 con il romanzo d’esordio “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”; libro di culto di un’intera generazione e successo editoriale da oltre due milioni di copie.

Si presenta qui per la prima cimentandosi con un noir, primo capitolo di una trilogia ambientata in una Rimini insolita e sorprendente, che trasuda al contempo umanità e ferocia, regalandoci la figura, parimenti inusuale, di una detective – giovane, coraggiosa e problematica – in un mondo dominato dal testosterone.

Un giallo che è un pezzo di bravura per la tensione con cui fa rimanere il lettore incollato alla narrazione, per lo stile ricercato ma non pomposo dello scritto, per le atmosfere viscerali e malinconiche che si adombrano, come quando le luci della discoteca si riaccendono dopo una notte di bagordi. Che vorresti non finisse mai.

GLI AMICI DI UNA VITA – EDIZIONI THEORIA – 2019

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