Grande Meraviglia, ultimo romanzo di Viola Ardone, racconta una tappa fondamentale della storia della psichiatria italiana e lo fa senza sconti nei confronti dei suoi protagonisti.
In Grande Meraviglia Siamo all’inizio degli anni’80 in un ipotetico manicomio della Campania il “Fascione”. È la storia di un incontro quello tra Elba “una residente” del nosocomio e lo psichiatra Fausto Meraviglia.
È da poco stata approvata la legge Basaglia (13 maggio del 1978). Legge che prevede la chiusura dei manicomi per garantire la salvaguardia e la presa in carico della malattia psichica.
Le sbarre, i luoghi di confinamento, le tecniche violente appartengono a logiche superate e brutali.
Franco Basaglia promotore di questo provvedimento legislativo, il ribelle, lo scienziato intuì che la malattia psichiatrica andava accolta al pari di qualsiasi patologia. Credendo nel potere della relazione e delle cure farmacologiche mirate. E così una buona parte della sanità italiana che in lui ebbe fiducia.
Grande Meraviglia come si inserisce in questo contesto? Perché è un romanzo che ti spacca l’anima? Perché racconta un momento complesso di passaggio,a tratti vergognoso e doloroso.
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In Grande Meraviglia a dare voce all’intera vicenda c’è la storia di Elba, che sin da bambina si è trovata a vivere nel manicomio campano per causa di forza maggiore. Ad essere lì internata era in realtà sua madre, ritenuta instabile dal marito. Non è l’unica, così come lei tante donne, percepite come “irregolari” dai loro contesti familiari, venivano abbandonate nelle mura dell’inferno.
Elba vive e sopravvive, insieme agli altri ospiti, traghettata nella quotidianità terrificante del Fascione. Dove tutti sono ammansiti con mezzi brutali. L’unico orizzonte è “la stanza-cella”, le pillole e l’elettroshock.
Fino a quando avviene l’impossibile, fa la sua comparsa in quel “non luogo” senza speranza Fausto Meraviglia, un giovane psichiatra fresco degli insegnamenti di Basaglia che cercherà di dare un nuovo corso alla vita di Elba e di tutti gli altri.
Pagina dopo pagina entriamo nel vivo della storia personale di ciascuno: di Elba, delle vicende che colpiranno sua madre; degli infermieri: Gilette, lampadina; di Capodimonte, il direttore in conflitto con Meraviglia, sostenitore di una vecchia psichiatria dai metodi inumani. E di Meraviglia il “re dei pazzi”, il medico visionario che farà di tutto per cambiare il corso degli eventi in quel cosmo senza orizzonti. Che farà di tutto per cambiare la vita di Elba. E probabilmente anche la propria.
Ci riuscirà? Chi in fin dei conti salverà chi…
«Mi avvicino a lui e osservo il mio riflesso nel vetro della finestra. – Non si guarisce mai, non è vero? – gli chiedo. – Si sopravvive, peccerè, ognuno a modo suo. Nessuno è così sano da non correre, prima o poi il rischio di morire.»
Grande Meraviglia ti rapisce, non te lo aspetti. Interessante, coinvolgente, commovente e ironico allo stesso tempo. Cammina sulle acque della follia, ma lo fa con equilibrio. Tanto il racconto si fa complesso e duro, tanto le emozioni sono dosate con grande meraviglia del lettore.
Romanzo collettivo che va letto per provare ad immaginare quanto in passato la complessità della malattia psichica sia stata stigmatizzata e gestita solo con la reclusione forzata.
«Ho lottato per la chiusura dei manicomi, ma non sono stato un eroe, men che mai un santo. Elba questo lo sai… Ho combattuto, ho fallito, ho provato ancora e qualche volta mi è sembrato di aver vinto, per il resto ho preso per buoni anche i pareggi. Noi non possiamo vincere diceva Basaglia, perché è il potere che vince sempre. Noi è già tanto se riusciamo a convincere.»
GRANDE MERAVIGLIA – EINAUDI – 2023
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