Guerra Totale di Domenico Quirico – Recensione

Guerra Totale di Domenico Quirico – Recensione

Guerra Totale, una citazione:

“Il nuovo ordine internazionale sarà segnato da ampi spazi vuoti. Ciò che li occupava, L’Onu, i paesi neutrali, la diplomazia come risorsa della ragione contro la follia della guerra, bisognerà cercarlo nei libri di storia.”

Ogni guerra, secondo von Clausewitz, è una continuazione della politica con altri mezzi che presuppone sempre una qualche strategia di conclusione.

Ora, che cosa è la guerra in Ucraina?

Una lotta di resistenza del popolo ucraino nel più generale confronto tra democrazie e autocrazie?

Il tentativo di ricomporre la frattura determinata dalla fine del comunismo e di riannodare la Storia?

Oppure una colossale guerra del gas e del petrolio ben camuffata da stantii nazionalismi?

E, soprattutto, qual è lo scopo della creazione di una forte opinione pubblica bellicista, propensa a dare mandato senza tentennamenti ai pochi decisori del confronto armato?

La guerra in Ucraina appare, in Guerra Totale, come una bancarotta universale.

Per Putin, è la bancarotta dell’illusione di una vittoria breve, destinata a riaffermare la potenza russa.

Zelensky, invece, insegue la vittoria assoluta, la bancarotta del suo Paese, destinato a miseria e distruzione.

Per l’Occidente, la bancarotta di un conflitto iniziato senza una exit strategy, se non la nuda e semplice sconfitta del nemico.

Una prospettiva a dir poco insensata in una guerra in cui esiste la possibilità di uno scontro atomico.

L’attacco russo diventa il pretesto per riflettere sul rapporto tra noi e la guerra, sui nuovi equilibri di forza che stanno ridefinendo la geopolitica, e sul futuro.

Perché ci sarà un prima e un dopo il 24 febbraio 2022.

Domenico Quirico è giornalista de La Stampa, responsabile degli esteri, corrispondente da Parigi e ora inviato.

In Guerra Totale non fa sconti nel descrivere gli attori e gli umori che muovono i fili di questo conflitto.

Mostrando la drammatica inadeguatezza di analisti, intelligence e governanti rispetto al compito che la Storia assegna loro, Quirico invita il lettore a riflettere sullo scontro in atto a 360 gradi.

Una guerra che in appena un anno è andata incontro a notevoli metamorfosi, sia belliche che comunicative.

Un conflitto che, a poco a poco, si è impadronito di noi. Ci ha pervasi, ci ha assorbiti, ci ha riempiti di sé. La cui accettazione acritica è salita in maniera esponenziale.

All’inizio, si prospettava l’utilizzo di missili e armi ipertecnologiche. La realtà è che, oggi, in Ucraina si sta combattendo la Prima guerra mondiale: trincee, artiglierie, città distrutte. Siamo regrediti a qualcosa di primordiale.

“Ritengo che Putin, attraverso la prepotenza delle sue azioni, stia cercando di ottenere quello che poi è il suo desiderio principale: ridiscutere degli equilibri del mondo. Che poi è esattamente quello che prevede anche il piano cinese. Dal loro punto di vista, non è più accettabile un mondo dove gli USA possano agire indisturbati.”

Dinamiche da imperialismi post-coloniali. Anche questa è una guerra di imperialismi, ma triplice.

Putin vuole che si intavoli questa discussione, ovvero esattamente ciò che gli americani non vogliono.

Questo è il senso della guerra. Per questo non si ferma.

Nel silenzio della vera diplomazia, quella che aspetta e che sa tacere.

Gli ucraini, che pensano di essere gli alfieri della lotta per la libertà, sono solo le pedine di uno scenario molto più complesso.

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