Il Commosso Viaggiatore è il racconto di una vita dedicata alla causa dell’Africa da parte di Giobbe Covatta e di sua moglie Paola Catella.
Una causa che ricordiamo già da quello spot degli anni Novanta dove una graziosa bambina esclamava alla telecamera: “basta poco che ce vo”.
In Il Commosso Viaggiatore c’è un racconto dettagliato e appassionato di decenni di viaggi africani con una combriccola che l’autore Covatta definisce scherzosamente come “cinque deficienti” e che ognuno ha una peculiarità nella storia.
“Tom-Tom, Tic-Tac, Angelo Franchi, Provolazzi ed io: ci chiamano i magnifici cinque, ma spesso siamo in sei, perché a complicare le cose a questo gruppetto di deficienti si unisce mia moglie Paola, in veste di autore, supervisore e spesso anche montatore dei video che giriamo. Gli africani la chiamano Mama Paùla”.
Quello che spicca subito già dalle prime pagine è l’ironia del racconto che alleggerisce un tema caldissimo, come lo stesso continente, e che ancora non ha trovato le risposte ai problemi di sempre. Tra i quali spiccano fame e siccità ma che non sono gli unici problemi del continente africano ancora da risolvere.
Sicuramente quello che colpisce il lettore è la capacità degli autori di visitare un continente straniero come viaggiatori e non come turisti. Ovvero permeando il tessuto sociale del posto e non presentandosi in un resort pronti a scattare mille foto di attrattive e a comprare souvenir da esporre poi a casa.
Così iniziano i racconti di viaggi incredibili permessi da mezzi incredibili a cominciare da aerei piccolissimi e auto che per circolare usano gli espedienti più improbabili. Fino ad arrivare ai piedi, il vero mezzo di locomozione dell’africano medio.
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Siamo di fronte non solo a un racconto dettagliato ma che spesso pone il lettore nella condizione di essere giudice di quello che accade in Africa. Sensibilizzandolo e strappandogli sempre però una risata che spesso ha una coda di amaro nel finale.
Perché l’Africa è un continente pieno di ingiustizie. A partire da quelle terre comprate da nazioni stranieri a prezzi stracciati dove gli agricoltori locali da un giorno all’altro vengono mandati via. Da questo fenomeno parte anche quel nomadismo che poi sfocia nel bisogna di emigrare. E di puntare terre tipo l’Italia.
Ma non siamo noi quelli che sfruttano in pieno il territorio africano, dentro Il Commosso Viaggiatore scopriremo anche tutto quello che viene alla luce tra oro, diamanti e minerali utili a produrre quella tecnologica che fa gola a tutto il mondo.
Eppure l’Africa resta lì con quei bisogni mai sopiti dove mangiare è ancora un lusso, come andare a scuola, avere cure decenti in canonici ospedali. La stessa igiene è sempre a rischio e i vaccini scarsi quando non sono scaduti.
“Anche il più imbecille tra i novax pur di andare in vacanza in alloggio turistico in Kenya si vaccina perfino per l’insonnia, ma poi in Italia fa il negazionista. Ognuno ha diritto di dire la sua, anche quando la sua è una cazzata, altrimenti io sarei disoccupato. Ma il fatto di poterla esprimere non la rende meno cazzata. Negare l’importanza dei vaccini è sputare su un privilegio senza il quale da mo’ che eravamo morti. È una sorta di disgustoso disprezzo nei confronti di chi i vaccini non li ha, e in Africa i vaccini non ci sono.”
Ecco che esce tutta la visione profondamente realista dell’autore quando deve mettere in chiaro punti di vista assolutamente lontani dall’Africa. Dove si può protestare per un vaccino o no, vuol dire che lì non è tanto indispensabile quanto in altri posti che di manifestare proprio non possono permetterselo. A costo della vita stessa.
IL COMMOSSO VIAGGIATORE – GIUNTI – 2024
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