I 47 Confini Che Dividono Il Mondo, una citazione:
“L’idea di un mondo senza confini, dove le persone sono libere di muoversi come il denaro, è attraente, ma l’ultimo convinto di avere un piano per realizzarlo è stato John Lennon, e guardate un po’ che fine ha fatto.”
La volontà di distinguere fra «noi» e «gli altri» ha spinto gli esseri umani a delimitare e difendere i propri territori in ogni epoca della storia.
Dal primo confine a noi noto, che nel IV millennio a.C. divideva Alto e Basso Egitto, ai cinquantamila chilometri di lunghezza della Muraglia cinese, dalla spartizione a tavolino di un intero continente – l’Africa –, fino alle avventure della marina boliviana, tuttora attiva in uno stato privo di sbocchi sul mare, Jonn Elledge dimostra come i confini si plasmino sull’incontro e sullo scontro di idee.
Le frontiere diventano allora la conseguenza della formazione e dell’affermazione di identità politiche, rispecchiando tanto una visione del mondo quanto la manifestazione, su larga scala, dell’umana follia.
Ora derivate dalla geografia fisica, ora del tutto arbitrarie, le linee che vediamo tracciate sulle mappe potrebbero insomma apparire assai diverse se solo una guerra, un trattato di pace o un gruppo di viaggiatori stanchi e sfiduciati avesse preso un’altra direzione.
Esistono frontiere che sembrano ben tracciate sugli atlanti geografici ma che, in realtà, sono un perenne focolaio di tensioni come accade nel Kashmir fra India e Pakistan o nella zona demilitarizzata (DMZ) tra le due Coree.
In un racconto singolare e sorprendente attraverso i secoli e le civiltà, I 47 Confini Che Dividono Il Mondo presenta la nostra storia come non l’abbiamo mai letta prima.
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Jonn Elledge è un giornalista e scrittore britannico. I 47 Confini Che Dividono Il Mondo è il suo primo libro tradotto in Italia.
In questo saggio ci offre una nuova prospettiva storica e geopolitica sui confini che modellano il nostro mondo, svelandone i retroscena storici, politici e culturali.
Sono 47 le storie che raccontano curiosità e aneddoti su confini, tempo e cartografia, con uno stile pieno di humour e arguzia.
Elledge dimostra come i confini possano essere tanto derivati dalla geografia fisica quanto del tutto arbitrari.
Nel corso della storia, un numero incalcolabile di comunità – urbane, nazionali, imperiali – hanno stabilito, ampliato e difeso i propri limes.
Lo hanno fatto per una varietà di ragioni interconnesse: sottolineare il loro potere, marcare il territorio, difendersi dalle minacce esterne, segnare i limiti della propria responsabilità.
I dettagli precisi di queste motivazioni, e le linee che ne risultano, possono mutare di continuo, ma la loro persistenza sembra essere praticamente assodata.
Qualsiasi confine specifico può essere mutevole e contingente, ma il concetto soggiacente di confine sembra essere eterno.
L’umanità va tracciando linee da molto prima che qualcuno inventasse le mappe si cui disegnarle. Questo è palese.
Di certo, non smetterà proprio adesso, vista l’attuale situazione geo-politica e i grandi conflitti in corso.
Con buona pace del cosmonauta Yuri Gagarin, che dallo spazio assicurava che la Terra fosse bellissima, vista così senza frontiere né confini.
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I 47 CONFINI CHE DIVIDONO IL MONDO – GARZANTI – 2024
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