Bacio Feroce di Roberto Saviano è l’ennesima riprova della grossa capacità espressiva dello scrittore napoletano.
Nicholas, O Maraja, è tornato. Vuole vendicare l’atroce delitto che un infame ha compiuto ai danni della sua famiglia. Uno sgarro talmente profondo da costringerlo a tatuarsi un nome sotto la nuca. Un nome con una bomba a mano come accento, per intenderci
O Maraja ha sempre la sua paranza di bambini come ‘brother’. Fratelli di sangue in una guerra omicida per il dominio di Forcella, quartiere centrale di Napoli.
In Bacio Feroce, c’è la crescita esponenziale nel potere degli affari loschi da parte di ragazzini che a volte sono maggiorenni, ma a volte non hanno nemmeno dodici anni. E già sparano. Uccidono. Chiedono ai grandi, e ai vecchi della paranza, di scansarsi perché il trono della camorra deve essere loro.
Così Nicholas ormai punta a superare il suo dominus, l’Arcangelo, dato che le piazze di spaccio ormai sono tutte sue. Ma il Micione, che non ha perso lo smalto felino, malgrado sia stato sottomesso, non ci sta e con una serie di stratagemmi, arguti e rozzi allo stesso tempo, tenta di ribaltare la situazione.
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O Maraja viaggerà in Italia e in Europa aumentando il suo potere e la sua esperienza di delinquente organizzato. Conoscerà i meccanismi che regolano la grande criminalità. Uscirà dall’infanzia a colpi di kalashnikov. Userà la sua spiccata personalità per imporsi nelle alte sfere del malaffare. Fino a sentirsi il nuovo re di Forcella.
Ma a che prezzo si assicurerà questa sanguinosa escalation di potere?
Ogni volta che un capo deve farsi rispettare, deve scendere a patti con qualcuno o con qualcosa. Con qualcuno, per esempio un paranzino che desta preoccupazioni. Con qualcosa, per esempio la propria coscienza.
Già, perché O Maraja imparerà che nulla è scontato quando sei un capo di paranza. Che non ti devi fidare di nessuno. E soprattutto che oggi ci sei, ma domani chissà.
E’ questa la vita che vuole davvero O Maraja? Oppure vorrebbe costruire qualcos’altro, magari con la sua Letizia?
Nicholas ha scelto una via a senso unico, scritta col sangue e senza nessuna luce. Impossibile tornare indietro, ma in fondo neppure lui lo vuole.
Bacio Feroce va letto per quello che è, ovvero un bellissimo romanzo, lontano da facili strumentalizzazioni che si potrebbero accostare all’autore.
Si può tranquillamente affermare che Roberto Saviano per storie, ambientazioni e capacità narrativa è la risposta italiana allo scozzese Irvine Welsh. Considerato anche lo slang usato dai suoi personaggi, una sorta di riuscitissimo ‘cockney’ partenopeo che asfalta in credibilità il consueto dialetto sfruttato nei libri su Napoli.
BACIO FEROCE – FELTRINELLI – 2017
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