Il Canto Del Profeta di Paul Lynch – Recensione


Il Canto Del Profeta Recensioni

Il Canto Del Profeta, una citazione:

“Quello che le si manifesta davanti agli occhi è un’idea di ordine che viene meno, di un mondo che si squaglia per trasformarsi in un mare scuro e sconosciuto.”

È una serata umida a Dublino quando la biologa Eilish Stack sente qualcuno bussare alla porta.

In piedi davanti alla veranda trova due uomini della polizia segreta, venuti a cercare suo marito, vicesegretario del sindacato insegnanti.

Larry Stack però non è ancora rientrato.

«Non c’è niente di cui preoccuparsi» le dicono gli agenti in tono cortese.

Ma una volta che se ne sono andati, Eilish ha l’impressione che le ombre della notte siano entrate in casa.

Qualche tempo prima, il partito di destra National Alliance è salito al governo e ha approvato delle leggi che gli attribuiscono poteri d’emergenza.

Poco dopo, Larry è inghiottito dal labirinto burocratico dello Stato e la vita di Eilish e dei suoi quattro figli sprofonda nel caos.

Tutta l’Irlanda scivola verso l’autocrazia, risucchiata in un buco nero che continua a crescere.

Le scuole e i negozi chiudono, gli scaffali dei supermercati si svuotano, i cittadini perdono il lavoro, poi anche i loro diritti.

Per strada si spara e si lanciano bombe.

Finché agli irlandesi non resta altra scelta che scappare come profughi.

Distopico e terribilmente attuale, Il Canto Del Profeta ci ricorda in modo drammatico quanto siano fragili le nostre libertà.

E quanto sia facile, anche per una democrazia del ricco Occidente, precipitare nella barbarie.

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Nato a Limerick nel 1977, Paul Lynch è considerato tra i migliori scrittori irlandesi della sua generazione.

Il Canto Del Profeta ha vinto il prestigioso Booker Prize 2023.

Un romanzo che si legge in apnea, dal quale è necessario emergere ogni tanto per riprendere il respiro.

Lynch è bravissimo nel raccontare la spirale autoritaria dalla prospettiva soggettiva dei suoi personaggi.

Veniamo a conoscenza di quello che sta accadendo dalle loro conversazioni, da ciò che leggono e ascoltano su giornali e telegiornali e, soprattutto, da ciò che misurano sulla propria pelle.

Lo scenario che Lynch costruisce è un quotidiano claustrofobico in cui la protagonista Eilish si ritrova, sola, a occuparsi della salvezza della sua famiglia.

Lo stile è asciutto e cupo, il ritmo serrato, la narrazione segue Eilish come un lungo piano sequenza senza soluzione di continuità.

La storia è opprimente perché descrive ciò che potrebbe accadere a ognuno di noi, in qualsiasi parte del mondo. Il dramma della famiglia Stack è potenzialmente lo stesso dramma di tante famiglie comuni.

Eilish non perde mai la forza del suo amore, ma è struggente come alla tragedia che viene dall’esterno si mescolino anche gli endogeni problemi della familiarità: il rapporto con i figli e con il padre malato, con il proprio lavoro, con un mondo che credeva saldo e che vede andare in pezzi.

Scivolerà piano piano, insieme ai suoi concittadini, in un antro molto oscuro.

Riportando alcuni echi di Orwell e della Arendt, quello de Il Canto Del Profeta è un realismo di finzione, ma anche un preciso avvertimento politico.

Perché viviamo in tempi molto bui.

Tempi in cui la polarizzazione ha spesso la meglio sulla pietas e sulla ragione.

Il futuro, purtroppo, è una terra straniera.

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IL CANTO DEL PROFETA – 66THAND2ND – 2024

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