Il Leviatano, una citazione:
“Era un tempo di streghe, un tempo di santi. Un tempo in cui i conigli braccavano le volpi, in cui i bambini nascevano senza testa e i re la perdevano sul patibolo. Era un mondo alla rovescia, o così dicevano alcuni. Oggi le storie sepolte vengono considerate superstizioni da vecchie comari, esagerazioni, falsità. Eppure ribollono ancora sotto la superficie, affiorano dalle crepe, rifiutano di sprofondare nel buio.”
Norfolk, 1643. È il secondo anno di una guerra civile che farà a brandelli l’Inghilterra.
Un tempo turbolento, di divisioni radicali, di streghe e di santi, di poeti e predicatori, in cui la scienza si chiama filosofia naturale e il fervore religioso ammanta, o distorce, ogni cosa.
Thomas Treadwater, soldato semplice, torna a casa spinto dal dolore pulsante di una ferita, oltre che da una – più urgente – lettera di sua sorella Esther.
La ragazza, sedici anni, è timida e solitaria, molto devota: un carattere schivo in cui ogni inciampo della quotidianità provoca un terremoto.
Così, quando Esther scopre che la serva Chrissa Moore intrattiene con suo padre una relazione dai contorni imprecisi, il suo turbamento è tale da spingerla a scrivere quella lettera.
E quando Thomas, rientrando finalmente a casa, trova tutto il bestiame sterminato senza causa apparente e il padre ammutolito e immobilizzato nel letto, la parola che Esther sa pronunciare nei confronti di Chrissa è solo una: strega.
Toccherà a Thomas, e alla sua totale fiducia nella scienza e nell’intelletto, riportare ordine nella dimora e nella vita dei suoi abitanti.
Ma la strada verso la verità, in cui lo accompagna il suo mentore, il poeta John Milton, ha più a che fare con i coni d’ombra da cui nascono gli incubi che con le chiare e diritte vie della logica.
Fra visioni, torture e tradimenti, sfiorando le vette della fede e gli abissi della ragione, la ricerca di Thomas finirà per portare alla luce un segreto.
Un segreto impossibile, sovrumano, terrificante.
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Drago mostruoso, serpente marino, incarnazione del Caos e rappresentazione del Male: questo è il Leviatano, creatura biblica che da sempre affascina l’essere umano e, di conseguenza, il mondo della letteratura.
Già citato da John Milton e da Thomas Hobbes, questo formidabile mostro continua a intrigare autori come Rosie Andrews.
Rosie Andrews è nata e cresciuta a Liverpool. Il Leviatano è il suo primo romanzo, diventato subito un bestseller del Sunday Times.
La storia è raccontata in due piani temporali: da un lato abbiamo il racconto del presente – ci troviamo nel 1703 – e dall’altro il racconto degli eventi accaduti nel 1643.
Lo scenario è quello dell’Inghilterra del Seicento, secolo di guerre civili, di oscurantismo, miseria e superstizione.
La voce narrante è quella di Thomas, il protagonista, che a distanza di molti anni decide di raccontare le vicende occorse alla sua famiglia.
Il Leviatano è un riuscito mélange di generi: horror, fantasy e giallo storico.
Ricco di colpi di scena e di svolte impreviste, con una tensione costante.
Un romanzo ben costruito, con una impostazione classica ma con un gusto dell’imprevisto e del brivido assolutamente moderno.
Tanti gli spunti e gli interrogativi che questa lettura offre.
Quanto l’amore per la famiglia può condizionare le nostre scelte? Quanto è giusto sacrificarsi per coloro che amiamo? E fino a che punto siamo disposti a farlo?
Ma, soprattutto, in un conflitto tra fede e ragione, quale scelta faremmo?
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