Il Rave Perduto di Andrea Paolucci – Recensione

Il Rave Perduto di Andrea Paolucci – Recensione

Il Rave Perduto, una citazione:

“Questa è una malattia, perché ti ci ammali di rave e non vuoi più nient’altro.”

Il Rave Perduto racconta la genesi del movimento techno.

1989. Nell’anno della caduta del Muro di Berlino e della strage di Piazza Tienanmen, uno tsunami vitale si abbatte su Roma.

Una Nebulosa Aurea ammanta l’Urbe.

Assistiamo alla nascita di un’avanguardia artistica e musicale, grazie alla curiosità e alle intuizioni di alcuni dj romani.

“Quell’anno infatti, la Nebulosa Aurea fa evolvere Luca Cucchetti nel Portavoce, Lory D nel Frontman, Mauro Tannino nel Fomentatore e Andrea Prezioso nel Saggio Musicale. Diventano i quattro cavalieri di un’Apocalisse Sonora.”

Sono i quattro cavalieri di un’Apocalisse sonora.

Sonorità conosciute e importate da Londra vengono incubate a Roma per dare origine ad un unicum nel panorama musicale italiano.

La techno diviene il grimaldello per scardinare una visione preconcetta e angusta del divertimento e del partying, facendo leva su emozioni quali pace ed empatia.

Si crea una frattura profonda tra passato e presente.

In questo scenario, due amici quindicenni, Tito e Gigi, entrano nell’adolescenza proprio alla nascita del primo movimento techno mondiale.

Una corrente ed un suono dai quali vengono subito rapiti, anche grazie alla musica trasmessa dalla radio privata Centro Suono Rave.

Come già accaduto con Woodstock ‘69 o con la scena punk del ‘77, anche nell’89 la musica assume la valenza di rivoluzione, di strappo, di contestazione – seppur pacifica – di quanto già precostituito.

È un’onda sonora mastodontica, che i due ragazzi cavalcano con euforia, patiti come sono anche del surf.

Il periodo narrato, che va dal 1989 al 1992, segna infatti l’ascesa della musica techno fino alla disfatta del rave “Espuma Eres Mia”, l’ultimo rave romano organizzato da Centro Suono Rave nel luglio del 1992.

In questo arco di tempo, Tito e Gigi affrontano serate e avventure con un fedele manipolo di amici, assumendo coscienza di loro stessi in quanto individui e non solo ragazzi.

Il Rave Perduto è il racconto di una generazione ma anche il ricordo di una Roma diversa da quella odierna. Una città culla di fermento, non ingessata nel passato e nella tradizione.

Come aprendo un baule di ricordi, veniamo catapultati in un tempo in cui non esistevano cellulari, social, connessioni perpetue ma fittizie. Un tempo in cui si stava davvero insieme.

Non erano solo i quartieri a definire la Capitale ma le sue diverse tribù, ognuna con i propri codici e riti. Un atomismo che il romanzo restituisce perfettamente.

Traspare da queste pagine un’epopea vivida, un’epoca rivoluzionaria in cui si andava alla scoperta di tutto ciò che era sconosciuto: con curiosità, gioia, ardore, senza paranoie.

Attraverso il rave, l’individuo si staccava dalla massa, si rendeva visibile per quello che era, senza infingimenti, in una dimensione individuale che diveniva collettiva e catartica sul dance floor.

Il Rave Perduto si muove nel solco del Bildungsroman per raccontare la bellezza e i dolori della crescita.

L’adolescenza getta i semi di ciò che diventeremo; è comunque un’età inquieta, bellissima e pericolosa.

Ma tutte le cose pure come i neonati, ad un certo punto, si sporcano.

E niente dopo potrà essere come prima.

Perché la vita ti insegna tante cose, anche la più dolorosa: la separazione.

Ma la Nebulosa Aurea, quella rimarrà sempre, poiché è imperitura.

Ed è sempre il viaggio, non la destinazione, ciò che conta.

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IL RAVE PERDUTO – DARIO FLACCOVIO EDITORE – 2023

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