Dopo la recensione allo splendido Istanbul Istanbul, pubblichiamo l’intervista che l’autore Burhan Sönmez ci ha gentilmente concesso.
Tu sei stato uno dei leader della protesta di Piazza Taksim, perchè era tanto importante essere lì, se dovessi spiegarlo a chi non sa nulla della situazione turca e di quei luoghi?
La gente ha invaso le strade al fine di salvare un parco (Parco Gezi) dai piani avidi del Governo. In realtà si trattava di una protesta contro tutto ciò che il governo aveva effettuato per un decennio. Una decina di milioni di persone sono state in strada per un paio di settimane in tutto il Paese. Una decina di manifestanti sono stati uccisi dalla polizia. E una decina di migliaia di persone sono state ferite o arrestate. Il risultato è stato che il Parco Gezi è stato salvato.
Come ricordi i giorni degli scontri di Piazza Taksim?
E’ stato un movimento di persone. Non ci sono stati leader. Il collettivismo e la tranquillità sono stati alla base delle azioni. Abbiamo occupato il Gezi Park per due settimane. Abbiamo istituito degli “open-market”.. Ogni cosa era gratis: cibo, vestiti, libri. Abbiamo messo su delle biblioteche. E ‘stato come un’utopia. Ha funzionato in questo modo: ognuno doveva portare qualsiasi cosa da casa e lasciarlo per tutti. Così ognuno poteva essere parte integrante della solidarietà. Questa descritta è stata il primo aspetto di essa. Il secondo aspetto invece è che ogni voce aveva diritto di esistere in azione. Socailisti, socialdemocratici, alawiti, musulmani sunniti, femministe, LBGT e così via erano lì. Il terzo aspetto è che si trattava di un’azione di pace. Milioni di persone erano per le strade e non un singolo poliziotto è stato ferito.
Oggi com’è la situazione?
Gezi Park è ancora lì con i suoi alberi, ma tutto il Paese è un inferno.
Usi i tuoi libri per esorcizzare ciò che è accaduto o per supplire a ciò che non sta accadendo?
Non uso i miei libri per nessuna cosa. Scrivo quello che sento.
Quanto per te la parola è stata di aiuto nel mantenere alto il livello di umanità nei periodi più difficili?
Naturalmente, nonostante il casino che c’è nel mondo, ha fatto cose significative. E’ una di esse.
Istanbul, assoluta protagonista del libro, come i suoi abitanti?
Giusto. Ancora meglio: non c’è personaggio senza la stessa Istanbul.
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Cosa è per te la speranza?
Si tratta di un bacio che le nostre madri ci hanno dato quando siamo nati. Questo è il bello della vita e fonte di speranza per il futuro.
Qual è il tuo rapporto con Dio?
Vorrei che Dio esistesse.
Il Decamerone, citato nel libro, quando l’hai letto per la prima volta, se e come ti ha influenzato?
Ho visto il film Il Decamerone di Pasolini. MI ha colpito molto. Ho letto poi il libro una decina di anni fa.
Quale è la tua interpretazione di bene e male?
Il bene è qualcosa di bello, se non ci prendiamo cura di esso allora può trasformarsi in male. Il male è qualcosa di brutto, se ci prendiamo cura di esso può trasformarsi in bene.
In Istanbul Istanbul il tempo oscilla da sopra a sotto, tu come vivi questa oscillazione?
Non so come la vivo. Quando l’ho scritto, l’ho semplicemente sentita.
Nel libro ci sono 4 protagonisti e 10 giorni, significano qualcosa per lei questi due numeri?
Ha dei significati che però tengo per me.
Stai già lavorando ad un altro libro?
Sì, sto lavorando a un nuovo romanzo. Appena lo finisco, ho una nuova storia da scrivere.
ISTANBUL ISTANBUL – NOTTETEMPO – 2016
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