Io Confesso Stanza 23, l’incipit:
“La neve scendeva fitta e soffice sulle strade di Londra. Quel vicolo buio e stretto, con i muri delle case di mattoncini rossi, divenuti neri per il fumo delle ciminiere e per il tempo, era diventato di un bianco che faceva male agli occhi guardarlo. Thomas se ne stava seduto davanti al camino della sua casa, con le mani intrecciate, sporto in avanti. E pensava. Sul tavolino, che precedeva i suoi scarponcini marroni e neri dai lacci lunghissimi, se ne stava appoggiato un bicchierino di whisky, che stava sorseggiando lentamente perché troppo assorto nei suoi pensieri. Ripensava a quella ragazza dai capelli fulvi e gli occhi azzurri come il mare, notata qualche settimana prima in un pub.”
Roxy è una cantante scozzese che si esibisce la sera nei locali. Thomas è un macedone impiegato di banca con una profonda cicatrice sul viso. Si conoscono in un pub una sera a Londra, rimanendo folgorati l’uno dall’altra. Ma entrambi condividono un passato con pesanti ombre.
Io Confesso Stanza 23 deve il suo titolo ad una bella canzone di Mauro Giovanardi dei La Crus, “Io confesso” appunto. E’ un fil rouge che si snoda lungo la narrazione della vicenda, di cui invece il numero 23 indica lo svelamento della stessa.
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Il numero 23 rappresenta da sempre un grande mistero, nella Cabala ebraica infatti è un numero infausto. Mentre dal punto di vista biologico sembra che il sangue impieghi 23 secondi a circolare nel corpo umano, che il nostro genoma contenga 23 paia omologhe di cromosomi e che, nella teoria dei bioritmi, il ciclo fisico duri 23 giorni ed influenzi la vitalità, la resistenza alla fatica e alle aggressioni ambientali, il vigore e la tolleranza.
Nelle pagine Io Confesso Stanza 23, assisteremo all’inizio ed allo sviluppo della liaison amoureuse dei due protagonisti, ai quali si affiancheranno con una funzione ancillare, ma altresì funzionale alla comprensione dell’intrigo che soggiace al filone principale, altri personaggi come l’amica del cuore di Roxy, Rosemary, ed il di lei padre David. Il pregio del romanzo, infatti, è che pur partendo come racconto, seppur sofferto, di un rapporto amoroso, nel corso della storia devia per innestarsi su di un filone di stampo giallistico, sino all’imprevedibile epilogo.
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Il romanzo è ricco in dettagli e descrizioni di tutto ciò che è attorno ai personaggi, con dovizia di particolari sugli ambienti interni e sugli spazi esterni (Londra, Edimburgo e Dunbar) entro i quali gli stessi si muovono quasi fosse una piece teatrale.
Il romanzo si legge tutto di un fiato. Quasi in apnea. E mano a mano che ci si avvicina alla fine il lettore sarà portato a ripercorrere a ritroso il percorso narrativo, vedendo svelate le antiche verità sottostanti l’apparenza, rivelazioni profonde sulla natura dei personaggi e, in generale, sulle fragilità dell’essere umano.
Io Confesso Stanza 23 è il secondo romanzo di Anna Maria Alessandra Petrelli, che ha iniziato molto precocemente a scrivere poesie, cimentandosi con la narrativa solo in tempi più recenti.
È un libro atipico e coraggioso, e ci ricorda che la verità libera. Sempre.
IO CONFESSO STANZA 23 – KIMERIK EDIZIONI – 2017
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