La Mano Invisibile, una citazione:
“Nella “nuova era” di Xi, l’arte di gestire l’economia da parte di Pechino si è evoluta in un potente strumento di influenza politica.”
La Mano Invisibile è un saggio sorprendente che solleva inquietanti interrogativi.
Il Partito Comunista Cinese (PCC) è determinato a rimodellare il mondo a sua immagine e somiglianza.
Ha un solo obiettivo: vincere quella che considera una feroce guerra ideologica contro l’Occidente.
Ai suoi occhi il mondo si divide tra coloro che possono essere conquistati e i nemici.
Pezzi importanti dell’élite economica e politica occidentale sono già stati cooptati, molti altri stanno valutando se stringere o meno un “patto col diavolo”.
Attraverso il suo enorme potere economico e le sue operazioni “di influenza”, la Cina sta lentamente ma inesorabilmente indebolendo le istituzioni globali, prendendo di mira in modo aggressivo le singole imprese e minacciando la libertà di espressione.
La Mano Invisibile, frutto di un lavoro meticoloso durato anni, evidenzia il programma globale di sovversione del Partito Comunista Cinese e la minaccia che rappresenta.
Gli autori mettono a nudo la natura e la portata delle operazioni del Partito in tutto il mondo occidentale, mostrando come possiamo respingere la pressione autocratica cinese.
Questo libro ricostruisce per la prima volta nel dettaglio come il PCC sta riuscendo a cambiare la percezione del suo potere attraverso università, fondazioni e centri studi finanziati strategicamente.
Pechino sfida gli ordini regionali esistenti e promuove modelli alternativi di governance, compreso il suo stesso capitalismo autoritario e diretto dallo Stato, ma avvolto in un linguaggio che parla di “uguaglianza” e “coesistenza”.
Questa lotta ideologica tra il PCC e l’Occidente si svolge sotto forma non tanto di idee in concorrenza fra loro, quanto di narrazioni alternative.
E le narrazioni sono fonte di potere, perché pongono vincoli su ciò che è immaginabile ed è considerato realizzabile.
Così la Belt and Road Initiative (Bri) – l’imponente progetto infrastrutturale per connettere l’Eurasia e l’Africa alla Cina – assurge a metafora della globalizzazione secondo Pechino.
Infatti la Bri veicola al contempo cooperazione e dominio geostrategico, perché quando uno stato aderisce ad essa aderisce anche alla narrazione del Politburo cinese.
Le attività spionistiche esercitate da Pechino (trafugare segreti e proprietà intellettuali) vanno spesso di pari passo con le sue operazioni di influenza (plasmare le opinioni e i comportamenti).
Nell’ultimo ventennio, inoltre, il PCC è riuscito a sopprimere molte voci che lo criticavano in Occidente.
Anzitutto quelle che manifestavano a favore della democrazia, dell’autonomia del Tibet, per i diritti dell’etnia uigura, per l’indipendenza di Taiwan e i diritti dei praticanti di Falun Gong.
Detto questo, affrontare la Cina come una minaccia sui generis è la strategia giusta?
Serve una strategia attiva, non chiacchiere o pie illusioni.
Le democrazie non riusciranno a cambiare la Cina, però possono difendere le loro istituzioni (e valori) più importanti.
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LA MANO INVISIBILE – FAZI EDITORE – 2021
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