L’Immagine Deforme di Alessio Miglietta è un libro di poesie, un “diario frammentato”, come lo definisce Olivia Balzar nella prefazione, il cui tema è la depressione.
Tema trattato in maniera autentica, schietta, attraverso metafore che gli permettono di vedersi nitidamente, di non nascondersi e di riflettere, rimandare a noi tutto ciò che questa comporta.
Ma attraverso il filtro dell’incanto di chi sa scegliere le parole e le immagini da mostrare.
“Nelle cavità della mia mente
Ho sentito una nebbia densa distendersi
Disorientamento ordinato
Decadi veloci diluite nell’angoscia
S’affaccia l’alba, ma il sole non mi bacia
Traccia soltanto ombre fredde e lunghe
Nella voce senza suono del mio essere
Posso solo abbracciare quell’oscurità
Nel torpore della carne, si avverte l’aguzzino invisibile
In ogni respiro affannato, si riflette il tormento
Mi aggiro come spettro in questo spazio vuoto
Da quando ho memoria, ormai statica
Desiderio irrealizzato di vita brillante e chiara
Mentre il mio mondo si colora di sera“
L’Immagine Deforme nelle sue pagine elargisce immagini che con forza e grazia ci donano l’essenza del buio, del cambiamento di prospettiva, del dolore, delle sue forme e delle sue declinazioni su corpo e mente.
Questo libro, che è un po’ un viaggio nell’antro più oscuro dell’anima, è diviso in sei parti e inizia con Dolore per finire con Resilienza… attraversando Lo Sconosciuto, Un Fantasma Nel Corpo, Insonnia e Benzodiazepine, De Profundis e Universi Inesplorati.
“Nella palude del dolore, si perde e si ritrova l’anima
Ogni forma è un’illusione, ogni sogno un morire
Attendo la nuova stagione
E il volo delle rondini
Disegni di un mattino risvegliato“
L’intera silloge ci mostra il dolore, ci porta con mano giù nelle tenebre, dove fa freddo e la speranza si affievolisce, dove il sole non brilla più e la malinconia ha densità e spessore… ma ci restituisce anche un percorso.
L’Immagine Deforme se vuoi lo compri QUI
Nel ventre vuoto sento il pugno del dolore
Nella stasi del corpo, la fame d’amore
Nel torace una crepa profonda
Tratteggio di un uomo spezzato
Ingoio rabbia e vomito spavento
Ogni sorso d’acqua racconta la storia di una lotta
Che non avrà mai fine
Il grido della disperazione resta soffocato
Condizione umana senza premesse
Di giorni senza vita e vita senza giorni
Velluto su cui adagiare
Ogni dettagli che ci lega
L’autore non ci fa impantanare nella “malinconia densa come catrame“, l’oscurità di cui ci racconta, come ogni cosa della vita va attraversata, vista, accettata, vissuta e nel suo caso magistralmente raccontata.
“Affrontando l’oscurità, accetterò il cambiamento?
In questa trasformazione mi perderò o mi ritroverò?
Forse questo infinito dolore è un’opportunità
Per scoprire chi sarò domani
Nell’evoluzione dell’uomo”
Si tratta di un’opportunità dunque, di una possibile chiave grazie alla quale l’autore ha certamente trasformato l’abisso in poesia, così che con lui possiamo condividerne la profondità, attraverso la bellezza…
Buona lettura!
L’IMMAGINE DEFORME – ENSEMBLE – 2024
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.