Metà Giardino, Metà Galera è un viaggio attraverso la storia dell’istituzione penitenziaria, a braccetto con quella della canzone e dei cantautori italiani che di questa hanno parlato, sotto diverse forme.
“Come in un susseguirsi di fotografie, questo testo vuole mostrare al lettore una serie di luoghi, di volti, di storie “carcerarie” che prendono vita attraverso le canzoni, conferendo loro una specifica memoria sonora e musicale.
Perché nulla ha un impatto evocativo così forte e produce un’identificazione così immediata come la musica“.
Si parte dall’immediato dopoguerra, periodo in cui in Italia ancora vige la più severa disciplina, regole ferree, privazioni e punizioni corporali.
“Nonostante l’entrata in vigore della Costituzione del 1948 abbia sancito la finalità rieducativa della pena e la contestuale abolizione della pena di morte, cercando di restituire all’essere umano, benché detenuto, la possibilità di riappropriarsi dei suoi diritti fondamentali, in realtà dovranno passare quasi trent’anni prima che questi principi possano trovare una reale collocazione all’interno della normativa penitenziaria“.
Gli autori ci raccontano, tramite Storia e aneddoti, del contesto e di come si è arrivati alla prima rivolta carceraria, avvenuta l’11 luglio del 1969 presso le “Nuove” di Torino.
In Metà Giardino, Metà Galera troviamo Ornella Vanoni, Gaber, Jannacci, Dario Fo, De André… e intanto i detenuti dagli anni ’70 iniziano a chiedere di essere ascoltati, anche salendo sui tetti e organizzando rivolte.
Ci sono movimenti di protesta, fuori e dentro le carceri, stragi, e nascono le prime avanguardie con l’obiettivo specifico di mettere in relazione e in accordo l’interno e l’esterno.
E a pagina 28 scopro che Pensiero dei Pooh, scritta da Facchinetti e Negrini “… è stata inserita in questo lavoro poiché, anche se a oggi sono ancora in molti a non esserne a conoscenza, affronta il tema del rapporto tra un uomo detenuto e la donna che ama”.
Poi c’è Lucio Dalla con La casa in riva al mare, da lui musicata e inserita nel 1971 nell’album Storie di casa mia, che affronta in maniera intima il tema dell’ergastolo.
Arriviamo così al 1975, anno di svolta sul tema grazie alla Legge 345/75.
“Maggiori poteri giurisdizionali, importanza riconosciuta all’umanizzazione della pena, supporto della comunità esterna, previsione di specifiche figure professionali all’interno del carcere, misure alternative alla detenzione furono tra gli elementi cardine della Riforma“.
Ovviamente per svariati anni si mantennero ampie contraddizioni tra questa legge e ciò che realmente avveniva nelle carceri, il sistema non è stato scardinato in una notte, il rinnovamento ha avuto bisogno di tempi lunghi e gli artisti erano lì a sottolinearne le incongruenze.
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Interessante per me scoprire la storia di Roberto Vecchioni, il suo arresto, il fatto che seppur per pochi giorni ha sperimentato sulla sua pelle la detenzione, il clima di chi vive in cella.
“La disavventura giudiziaria che lo travolge, ma soprattutto l’esperienza di una carcerazione ingiusta, troverà eco in tre canzoni: Signor Giudice, Lettere da Marsala e Vorrei“.
In Metà Giardino, Metà Galera la musica è il filo rosso che tutto unisce, che supporta il dispiegarsi dei fatti con garbo ed estrema chiarezza.
Il viaggio proposto dagli autori è storico, culturale ed emotivo.
E intanto incontriamo De Gregori, Franco Califano, “er Califfo”, che come Vecchioni ha conosciuto l’esperienza del carcere, arrestato la prima volta nel 1970 con l’amico e collega Walter Chiari.
“Durante l’ultima esperienza detentiva l’artista compone la canzone Impronte digitali che darà il titolo all’intero album pubblicato un anno più tardi“.
Gli anni ’90 come sappiamo iniziano nel peggiore dei modi, con l’uccisione a distanza di pochi mesi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Nelle carceri si respira un’aria sempre più pesante, con chiusure e violenze nei confronti dei detenuti.
De André torna a parlare della tematica con la sua bellissima Don Raffaè.
Troviamo poi Francesco Baccini, Enrico Ruggeri, Fiorella Mannoia, Francesco Guccini, Raf, Daniele Silvestri, i Marlene Kuntz, i Nadar… insomma sono tanti gli artisti citati, di cui si racconta, in questo saggio che pone in stretta relazione musica e carcere.
Una chiave che ho trovato funzionale e vincente, grazie alla quale ho potuto conoscere e apprezzare al meglio un aspetto importante della Storia del nostro Paese.
Buona lettura!
METÀ GIARDINO, METÀ GALERA – ERICKSON – 2023
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