No Pasta No Show – Intervista Claudio Trotta

No Pasta No Show – Intervista Claudio Trotta

No Pasta No Show, Rock’n’Read intervista Claudio Trotta.

Nel libro parli della collaborazione con Renato Zero, ma alla fine come e perché, se è possibile chiedertelo, si è interrotta?

Semplice, ha deciso di cambiare promoter/produttore dei suoi tour, a fronte di un’accettazione di condizioni contrattuali che io reputavo e reputo tuttora insensate.

Oltre al rimpianto per non aver mai potuto essere il promoter degli Who e dei Grateful Dead, c’è anche un altro grande artista internazionale che ti è “rimasto qui”?

Johnny Cash e Willie Nelson.

Tra le foto del libro ce n’è una con i Level 42 “con cui ho lavorato (e a cui devo molto)”, ma poi non ne parli. Puoi dirci qualcosa della vostra collaborazione?

Non parlo di loro come non parlo nel mio primo libro di centinaia di altri artisti che hanno lavorato con me fra cui per esempio Pearl Jam, Tom Waits, Sting, Lenny Kravitz, Tiziano Ferro, Timoria, Barry White, Def Leppard, Chemical Brothers eccetera eccetera. I Level 42 sono stati il primo gruppo pop per cui abbia organizzato tour e concerti. Li ho sempre amati molto ed avevo una grandissima confidenza e amicizia.

Mi sono piaciute molto le pagine, affatto scontate, sul fenomeno del secondary ticketing. A gennaio 2018 quale è la situazione in Italia, si sta combattendo efficacemente il bagarinaggio?

Il concetto è questo, a parte quello che spiego in No Pasta No Show, quello che ti posso dire è lo stato dell’arte adesso. A livello internazionale c’è un movimento sia di alcuni individui, promoter o avvocati, come posso essere io e Stefano Rosa, l’avvocato che mi ha aiutato molto in questa vicenda, sia di paesi e mi riferisco alla Spagna e all’Inghilterra, alla Germania e alla Francia, sia da parte di alcuni governi. Per esempio il governo inglese si sta dando da fare, come anche alcuni media, la Bbc ha fatto un’indagine, ci sono alcuni giornali o alcuni siti specializzati in questi temi. Quello che manca è una sorta di coordinamento europeo per andare al parlamento europeo con dei politici, possibilmente trasversali, per chiedere due cose molto semplici: la prima è che chi pratica secondary ticketing oggettivamente compie dei reati penali che sono quelli con i quali il pm Andrea Scudieri ha rimandato a giudizio tra gli altri Live Nation, Vivo e i loro amministratori e cioè aggiotaggio e truffa informatica. In sostanza poi c’è anche un altro reato, sostituzione d’identità digitale, che fa parte del mosaico che compone la strategia del secondary ticketing; la seconda, senza sé e senza ma, che questi portali di secondary ticketing vengano chiusi e oscurati. In Italia nel 2016 era stata fatto un decreto legge per cui chi veniva riconosciuto colpevole della rivendita dei biglietti secondo il criterio del secondary ticketing doveva pagare una penale di 2000 euro. Non era molto chiaro se 2000 euro fossero a biglietto o a infrazione, e questo fa tutta la differenza del mondo, considerando che il grande capo della Live Nation ha detto che il giro di affari del secondary ticketing è di 8 miliardi di dollari l’anno. 2000 euro a infrazione è una cosa che fa ridere i polli, mentre 2000 euro a biglietto è già una multa più significativa. Il problema è che se i decreti non vengono trasformati in legge non durano più di 60 giorni e qui non c’è stata nessuna trasformazione. Quindi questa partita è nel dimenticatoio. E’ stata una bellissima operazione mediatica, ma concretamente non è successo niente. Nessun altro promoter italiano sta adottando la pratica che sto adottando io, tra l’altro con grande successo, cioè il biglietto nominale. In mancanza di una legge che vieti l’esistenza dei siti e in mancanza di una legge che punisca in maniera onerosa chi fa questo tipo di operazioni, il biglietto nominale è un deterrente di grandissimo livello. Tutto il tour dei Queen in Europa ha avuto un gran numero di biglietti in secondary ticketing tranne in Italia dove ho adottato il biglietto nominale e dove su circa 14000 biglietti in secondary ticketing ne sono arrivati tipo 30 o 40 al massimo. L’adozione del biglietto nominale è un deterrente, ma non sarà sufficiente se non associato alla promulgazione di una legge specifica che obblighi al biglietto nominale e che regoli l’acquisto e l’eventuale cambio con un altro nome solo in un determinato e ristretto periodo di tempo. Il fenomeno del secondary ticketing è ben lungi dall’essere stato abbattuto e se posso completare con un ragionamento che è tutto mio, il fenomeno non è stato inventato solamente per generare degli introiti di dubbia etica e della peggiore logica finanziaria, ma è stato a mio parere inventato per generare una deriva speculativa senza precedenti che sta portando i biglietti dei concerti a prezzi insostenibili per i veri fans e sostenibili solo per arricchiti ‘coglioni’ e fanatici. La mia visione per il futuro è che se non si pone argine a tutto questo, biglietto secondario e biglietto primario confluiranno e i biglietti diventeranno falsamente dinamici perché sono dinamici solo verso l’alto e mai verso il basso, non come per esempio quelli degli aerei, dei treni, delle navi. Dinamico infatti è quando il biglietto ha una forbice del 15 – 20 percento a seconda del momento e della disponibilità, ma non è dinamico quando un biglietto viene messo in vendita un anno prima e improvvisamente la stessa società che vende i biglietti li mette in vendita su un altro sito, sempre di sua proprietà, a un prezzo molto più alto ‘raccontandoci’ che non è lei a farlo ma è un ‘Giovanni Rossi’ che ha comprato il biglietto un anno prima e non può più andarci e lo mette in vendita ad ‘Alfredo Bianchi’. Non ci credo.

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A titolo personale, ti ringrazio per aver portato in Italia i Guns’n’Roses (ero anche io a Torino qualche lustro fa…). Quali altri artisti sono stati particolarmente “esuberanti”, che non hai potuto o voluto menzionare nel libro?

Della esuberanza degli artisti m’interessava ben poco mentre scrivevo il libro che è dedicato alla vita, al lavoro, alla bellezza, alla dignità, allo stile, all’onestà intellettuale, al futuro. Detto questo non c’è nulla che non abbia potuto citare ma tanto di cui non ho voluto parlare. Non è un libro scandalistico né risentito verso qualcuno e/o qualcosa.

Nella tua lunga carriera, cosa rifaresti altre mille volte?

TUTTO.

C’è ancora spazio per super festival come Sonoria e Monsters of Rock oggi in Italia?

Se organizzati da me, sì.

Puoi dirci, tra i tanti, un artista italiano, oltre a quelli che già menzioni nel libro, che a tuo avviso avrebbe meritato un successo ed una carriera migliori?

L’Aura.

Menzioni di sfuggita un’altra tua creatura, il Festival Streeat (che, da buon mangione, mi interessa assai). Puoi dirci qualcosa di più?

Se guardi il profilo facebook dello Streeat Festival, troverai di tutto.

Tra i 10 concerti indimenticabili organizzati da Barley Arts, avrei pagato non so cosa per essere a quello dei Cure al Teatro antico di Taormina. Potendo fare una top 15, quali altri 5 ci metteresti?

Posso dirti quelli che ci metterei ora, ma questo non significa che siano in assoluto i top: Frank Zappa, tutto il tour di 9 date che ho fatto con lui; Elbow a Gardone nel 2017; Niccolò Fabi, Palalottomatica Novembre 2017; Elvis Costello, tour delle tre sere diverse (solo con The Attractions, con The Attractions e Ruota Della Fortuna) non ricordo in questo momento l’anno; Tedeschi Trucks Band, Alcatraz 2017.

Dostoevski sosteneva che la Bellezza salverà il mondo, e in questo vi assomigliate parecchio. Quali altri ambiti di Bellezza pensi di dover ancora esplorare e, magari, promuovere?

Ogni giorno della mia vita è un’esplorazione della bellezza che abbiamo intorno e parafrasando Anthony Bourdain “non esiste la bellezza perfetta”.

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