Panini, Storia Di Una Famiglia e Di Tante Figurine è un libro con radici profonde, quelle di tutti noi.
Siamo a Modena prima della metà del novecento e la famiglia Panini è composta da 8 tra fratelli e sorelle, orfani di padre e con una madre con una visione del futuro e coraggiosa.
La prefazione di Walter Veltroni ci introduce in quello che fu un sogno e che è diventato uno dei simboli della nostra identità.
“Le figurine si prestavano a un doppio uso, individuale e collettivo. Tanti anni fa mi capitò di scrivere, per celia, un saggetto sulla teoria marxiana a proposito del valore d’uso e di scambio applicandola alle figurine. Io rifuggivo, da ragazzo, da un uso che consideravo prosaico, volgare e blasfemo delle immagini “Panini”.
Non avrei mai aperto un commercio lascivo, uno scambio mercantile che avrebbe finito col ledere la sacralità di quelle fotografie colorata. La sfida per completare l’album era con chi lo aveva prodotto e quindi imbastire un sordido mercanteggiamento con coetanei era da me considerato immorale. In questi scambi, con figurine orrendamente spiegazzate appallottolate nelle tasche di grembiuli blu, veniva fissato, di solito dal più forte dei mercanti un prezzo.
Se l’acquirente era milanista l’ immagine di Rivera ne valeva, allo scambio, almeno tre. Se poi l’avido venditore percepiva nel cliente il febbrile bisogno di una specifica figurina per completare una pagina o una squadra, allora il prezzo lievitava e un ghigno alla Scrooge compariva sul viso di chi, come un cucciolo di sfruttatore, usava il bisogno altrui per accrescere il proprio capitale.
I fratelli Panini sono stati i nostri Disney. Hanno lavorato per farci felici.“
In Panini, Storia Di Una Famiglia e Di Tante Figurine Leo Turrini, giornalista e scrittore, anche di molte importanti biografie di campioni, qui ci racconta una storia bellissima, riavvolgendo il nastro del tempo con vera maestria.
Antonio e Olga Panini misero al mondo Veronica, Norma, Maria Luisa, Edda, Giuseppe, Benito, Umberto e Franco, che alla morte del padre, nel ’41, e una volta che la lungimirante madre rilevò l’edicola all’angolo di Corso Duomo, si rimboccarono le maniche per aiutarsi e crescere.
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Ma questo non basta alle loro menti brillanti e nel frattempo la guerra finisce e l’edicola si agghinda di giornali liberi e di fumetti.
“All’epoca non si usava questa definizione, eppure il messaggio era chiaro. I fumetti sono nocivi alla salute mentale dell’adolescente. E si sprecavano gli appelli a un proibizionismo che francamente faceva ridere. Chi mai poteva immaginare che un ragazzo, dopo aver comprato all’edicola di Olga un albo di Aquila della notte, si prendesse la briga di trasformarsi in giustiziere solitario?“
E i Panini iniziano a sfornare iniziative geniali, tra cui il recupero dei francobolli da collezione, la vendita dei fumetti censurati in buste chiuse… fino all’IDEA. Che non fu subito un successo, ma poi sì, e che successo!
Negli anni ’60 le loro figurine sono ovunque nel mondo, a milioni e gli album non sono solo quelli dei calciatori. Ci sono uomini illustri, gli animali, Pinocchio, le bandiere e molto altro.
Ancora oggi dire Panini significa rievocare ricordi ma non solo, perché l’album di figurine lo fanno i piccini, da generazioni, e anche i grandi. Che in questo modo tornano bambini recandosi in edicola, impegnando il tempo ad attaccarle (non sono sempre state adesive) e per i più fortunati scambiandole con gli amici fino al magico risultato.
Finire l’album.
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A casa mia, dove ancora “facciamo l’album”, è vietato ordinare le figurine mancanti a fine stagione.
Sa un po’ di scorciatoia e non ci piace. Almeno non quanto la magia di aprire la bustina sperando intensamente di trovare quella mancante.
In Panini, Storia Di Una Famiglia e Di Tante Figurine tanti sono gli aneddoti e le curiosità su questa famiglia, lo sport, sul nostro Paese e la nostra Storia.
Questo libro va letto per riconciliarsi con ciò che siamo stati e riprendere a sognare ciò che possiamo essere.
PANINI, STORIA DI UNA FAMIGLIA E DI TANTE FIGURINE – MINERVA – 2021
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