Recensione di Abbiamo Fatto Una Gran Perdita – Alberto Cellotto

Recensione di Abbiamo Fatto Una Gran Perdita – Alberto Cellotto

Abbiamo Fatto Una Gran Perdita, una citazione:

“Le scrivo da un viaggio appena cominciato. Mi auguro di non averla infastidita con questa lettera, che invierò senza conoscere il numero di casa (il postino non sbaglierà). Poco fa è uscita dalla porta della camera accanto una signora che le assomiglia moltissimo e allora mi è tornato in mente quel breve tragitto in auto sotto la pioggia fredda, il grande cellulare irradiante che teneva in mano e che io vedevo come uno scudo di luce frapposto a sua difesa. Oggi in autostrada pioveva circa come quel giorno. Ricordo che dopo un tuono lei ha sorriso.”

Abbiamo Fatto Una Gran Perdita è la prima opera in prosa di Alberto Cellotto, poeta e traduttore che ha già al suo attivo la pubblicazione di tre raccolte poetiche.

Il protagonista Martino è un trevigiano quarantenne recentemente licenziato da un lavoro che svolgeva da molti anni, con una moglie, Ester, e tre figli di età imprecisata ma comunque ancora bambini. Prima di cominciare a cercare nuove opportunità di lavoro Martino decide di concedersi una pausa da tutto, sotto forma di un giro ‘sabbatico’ di tre settimane, in viaggio solitario per l’Italia.

Dalle camere degli alberghi inizia a scrivere molte lettere a più persone. Ma non si decide mai a spedirle. Quasi che la materialità di tale gesto rischiasse di interrompere (o involgarire) lo “stream of consciousness” liberatorio cui le missive fanno da archè. “Se una confidenza si crea vuol dire che da qualche parte è esistita già.”

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Dopo due settimane di viaggio, all’improvviso muore. La moglie deciderà di pubblicare le lettere, dopo averle ordinate e lette con calma.

Il viaggio di Martino è volto a illuminare presente e passato attraverso la ricerca del proprio Io autentico. Per la piena comprensione e definizione del quale egli non può fare a meno di interpellare chiunque abbia avuto un ruolo, marginale o grande, nella sua esistenza, in ben quaranta lettere scritte alle persone più diverse, dalla vicina di casa alla presentatrice di una tivù locale, da ex colleghi ad amici, amanti e conoscenti più o meno occasionali, sino alla moglie Ester.

Cellotto nasce come poeta e questo si avverte nelle pagine del libro dalla qualità del dettato e delle perifrasi. Mentre la scelta del romanzo epistolare, una forma che sembra essere stata accantonata da questa modernità, così incline all’immediato, consente all’autore degli artifici narrativi di rilievo. Presentando il protagonista unidirezionalmente, soltanto dalle lettere che scrive, non ad un unico destinatario (au contraire di Foscolo o Goethe, padri nobili del genere), ma ad una pluralità di persone, raccontando di sé e dei fotogrammi che compongono la sua vita come un gigantesco caleidoscopio.

Abbiamo Fatto Una Gran Perdita è uno magnifico racconto sulla gran fatica e, al contempo, sullo struggente incanto che è la vita, le cui atmosfere malinconiche mi sembrano un ‘C’eravamo tanto amati’ che Scola metterebbe su carta.

“Mi hai usato, come io ho usato te per un periodo ristretto della mia vita affinché fosse più tollerabile tutto quello che di te non so, non saprò mai e non vorrai mai dirmi. Affinché fosse più tollerabile tutto quello che della mia vita credo di sapere.”

Come scrive Martino “Uno è uno e sempre uno”, chissà che parlare di sé non sia realmente più facile quando non c’è nessuno che ascolta.

ABBIAMO FATTO UNA GRAN PERDITA – OEDIPUS EDIZIONI – 2018

 

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