Recensione di Anni Lenti – Fernando Aramburu


Anni Lenti Recensioni

Anni Lenti, una citazione:

“Quando mi soffermo a passare in rassegna i miei ricordi di quegli anni, mi torna una vecchia sensazione di lentezza. Ho l’impressione che oggi un minuto duri trenta o quaranta secondi; i minuti della dittatura, invece, duravano un minuto e mezzo o due. Franco era da tre decenni al potere, salutando le docili e apolitiche folle con mano flemmatica, tremante e sempre più decrepita (il che non gli impedì di firmare diverse condanne a morte), e sebbene già alla fine degli anni Sessanta cominciassero ad agitarsi le acque sotterranee, la storia della Spagna si trascinava ancora pigramente. Sembrava che in altri paesi si vivesse più in fretta.”

Txiki ha otto anni quando per motivi economici la mamma lo manda a vivere dagli zii a San Sebastián. Lo accoglie di malavoglia Julen.

E’ suo cugino, taciturno e scontroso, che però in breve tempo gli si affeziona. Nelle loro chiacchierate notturne, cerca di appassionarlo alle idee indipendentiste che gli inculca il parroco del quartiere, Don Victoriano.

In Anni Lenti, l’occhio ingenuo del bambino protagonista fotografa le vicende della famiglia di adozione. Lo zio Vicente, mite e debole, divide la sua vita trascinandosi tra la fabbrica e il bar. Mentre l’autoritaria zia Maripuy, quella che realmente comanda in casa, non fa che litigare con la figlia Mari Nieves, ossessionata dagli uomini, che finirà per rimanere incinta di non si sa bene chi e che sarà costretta poi ad un matrimonio riparatore con un uomo – seppur buono – che non ama.

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Intanto Julen viene spinto ad arruolarsi in una banda dell’ETA, insieme al suo migliore amico Peio, scelta destinata a generare sofferenza e solitudine, di cui solo col tempo capirà davvero la portata.

Gli anni lenti cui fa riferimento il titolo del libro sono gli anni di un lugar, operaio e periferico, che procede letargico, dove i tempi e le dinamiche familiari e sociali sono dilatati. Anni fragili in cui la dittatura, malgrado inizi a mostrare segni di affievolimento, continua a usare il pugno duro verso tutto ciò che possa costituire una minaccia per l’ordine costituito.

Con scrittura nitida ed uno sguardo candido e insieme impavido sulla realtà, Anni Lenti è una storia di formazione sullo sfondo cupo degli anni Sessanta. Il terrorismo basco muove i suoi primi passi. Ma è anche una riflessione ricca di ironia e profondità su come la vita possa essere stillata in un romanzo e il ricordo personale trasformarsi in memoria collettiva.

Aramburu, dopo l’eccezionale successo di critica e di pubblico di ‘Patria’ – che ha vinto anche il premio Strega Europeo 2018 – torna, attraverso un ingegnoso escamotage narrativo, a parlarci della sua terra. Attinge direttamente dai ricordi d’infanzia, parlandoci del posto in cui è cresciuto ma anche della tempra e del carattere forte della “nazione” basca. Attraverso il racconto della storia di una famiglia composta di gente comune, “umile ma non miserabile”. E lo fa con la consueta franchezza intellettuale e l’abituale abilità narrativa, aprendo una finestra su una Spagna che potrebbe essere benissimo l’Italia di qualche anno prima.

Anni Lenti è un libro la cui lettura è fondamentale per comprendere prima di un paese, un’epoca. Come una vivida cartolina dal passato.

ANNI LENTI – GUANDA – 2018

 

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