Recensione di Azienda Agricola Casale Del Giglio


Copia di Vinoforum 2019 1 Recensioni

L’Azienda Agricola Casale Del Giglio ha una bellissima storia da raccontare.

E’ nata nel 1967 ma è dal 1914 che fermenta per diventare una grande azienda vinicola. Anzi, fin dall’Ottocento l’embrione della produzione del vino inizia a spandersi nella famiglia Santarelli, ovvero la famiglia di quel Dino che creerà la Casale Del Giglio nel 1967.

L’Azienda Agricola Casale Del Giglio nasce nella provincia di Latina, in una località, Le Ferriere, che vive anche del fascino enigmatico della vicina città storica di Satricum.

Dino ha una lunga esperienza come mercante di vini perché il padre Emidio Santarelli, insieme agli zii Isidoro e Antonio Santarelli, erano i proprietari della ‘Ditta Berardino Santarelli & Figli’. Il nome deriva dal padre dei tre che a suo tempo era già nel mercato dei vini.

I tre fratelli iniziano a Roma la loro storia aprendo un’enoteca nella centrale Piazza Capranica, al numero 99. Da lì ne apriranno un’altra decina di enoteche dimostrando quelle qualità espansive che servono in qualunque campo del business e specialmente nel campo vinicolo, dove, oltre alla gestione ordinaria di entrate e uscite, c’è anche un prodotto che va curato nei minimi particolari.

E’ il 1955 l’anno in cui Dino espande i confini della sua percezione del business vinicolo fondando una s.p.a. chiamandola ‘Santarelli S.p.a.’ Dalle bottiglie chiuse e vendute nei suoi negozi, si passa all’imbottigliamento e alla produzione industriale oltrepassando i confini italiani fino a quelli canadesi in un periodo, quello del dopoguerra, nel quale si poteva vincere con un’idea giusta ma allo stesso tempo si poteva perdere malamente. Era una scommessa con due facce, come il lancio di una monetina.

L’idea è una primaria fonte di energia e Dino non si ferma anzi rilancia. Nel 1967 compra terreni a Le Ferriere sull’Agro Pontino in un luogo nel quale nessuno aveva mai puntato per una produzione di vini. Dove nessuno, probabilmente, avrebbe scommesso nella riuscita di un piano tanto ardito.

Dino ha un figlio, Antonio, che cresce proprio lì, a Le Ferriere. Quei terreni dove il padre coltiva il vino diventano luoghi sconfinati per fare errare la sua fantasia di bambino. L’infanzia assorbe immagini, luoghi e li fa nostri per sempre. Come le passioni dei nostri genitori. Ed è così che Antonio, un giorno decide di rilanciare ancora di più. Su quei terreni inizia a fantasticare e a vederci un’unica vigna sconfinata con un numero altissimo di uve diverse. Come se a ognuna spettasse un posto preciso per rendere al massimo la propria natura. Adesso però bisognava scoprire il posto e soprattutto l’uva giusta.

E’ il 1985 quando Dino e Antonio mettono su una storia incredibile che coinvolge luminari del settore, professori universitari e una sessantina di vitigni diversi che provengono dall’Italia come dall’estero. I due cominciano a sperimentare sulle loro amate terre di Le Ferriere tantissime combinazioni tra uve e territorio. E’ sull’onda dell’entusiasmo avanguardista che si unisce alla cavalcata tra le viti l’enologo Paolo Tiefenthaler che rende scientifica la passione contagiosa di Dino e Antonio.

Da lì L’Azienda Agricola Casale Del Giglio spicca definitivamente il volo diventando un marchio vinicolo che conquista prima il Lazio poi l’Italia fino a sconfinare nel mondo. Ma non si ferma per questo e fa della stessa sperimentazione uno dei punti focali del suo brand. Come la passione per le terre di Le Ferriere, dove al vino si affianca l’archeologia con il progetto di Satricum con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale.

Moltissimi nella nostra nazione hanno bevuto una bottiglia del loro Shiraz, tanto per fare uno dei tanti nomi rinomati in Italia. E nel mondo.

Probabilmente l’uva più affascinante è quella autoctona del Bellone, nota anche agli antichi romani, per la storia e per la capacità di esprimersi al massimo nelle zone limitrofe al mare, da qui un detto contadino che il più buon Bellone vien sul mare. Ma di uve e storie affascinanti ce ne sono per tutti i gusti e per tutti i palati e sono bene espresse nel loro sito.

Ci è stata data l’opportunità di assaggiare una dozzina delle loro proposte e, come sempre facciamo , riportiamo senza nessuna classifica, quello che ci è piaciuto di più (clicca sull’immagine per conoscerne la storia, l’uva, eccetera).

Petit Manseng Recensioni

Petit Manseng (se vuoi lo compri QUI)

Mater Matuta Recensioni

Mater Matuta (se vuoi lo compri QUI)

Viognier Recensioni

Viognier (se vuoi lo compri QUI)

Tempranijo Recensioni

Tempranijo (se vuoi lo compri QUI)

Antinoo Recensioni

Antinoo (se vuoi lo compri QUI)

Albìola Recensioni

Albìola (se vuoi lo compri QUI)

Anthium Recensioni

Anthium (se vuoi lo compri QUI)

Shiraz Recensioni

Shiraz (se vuoi lo compri QUI)

Recensioni

Radix (del quale ringraziamo Azienda Agricola Casale Del Giglio per l’anteprima)

Questi sono i nostri gusti, consigliamo comunque di assaggiare anche agli altri perché, come vuole la tradizione sperimentale dell’azienda, nessuno è uguale all’altro. E ognuno ha una storia a sé.

Lascia un commento