Birra E Cazzotti. Che bel titolo!
Il romanzo di Brendan O’Carroll ti stende come dieci pinte di Guinness e ti manda al tappeto come un gancio destro in pieno volto.
Ritmo, ritmo e ancora ritmo. Tutto inizia in sordina ma poi la narrazione scorre che è una bellezza.
Sullo sfondo una Dublino piena, viva. Vite apparentemente tranquille. O meglio, vite che percorrono binari ormai prestabiliti. Rotaie quotidiane, stazioni già percorse, capotreni visti e rivisti.
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Antony Sparrow McCabe. Pugile in ascesa che si imbatte in un muro troppo grande da far crollare. La sconfitta nella finale dei pesi leggeri in quel di Madrid. Quel disgraziato ultimo pugno che faticherà a sferrare:
“…Sparrow fuggiva dal fallimento di Madrid, da quello che, considerava un fallimento.”
Simon Semplice Williams. Il gangster di turno, l’uomo cinico e crudele che controlla tutto il sobborgo di Snuggtown, nella periferia della capitale irlandese.
Kieran Clancy. Il poliziotto fedele alla linea. L’uomo della legge, il buono dei film western:
“…un poliziotto. È tutto quello che ho sempre voluto essere…”
Insomma, per dirla alla Sergio Leone: il brutto, il cattivo e il buono. Più o meno era così.
Birra E Cazzotti è un costante battito, qualcosa che si deve necessariamente portare a termine. Una lettura da finire, una missione che va ultimata per forza.
E in questo Sparrow sembra quasi aiutare il lettore. Anche l’ex pugile ha un compito da concludere.
La delusione figlia dei guantoni, poi il lungo e inesorabile declino causato dalla vicinanza “lavorativa” con Williams: “Come può un uomo a un passo dal paradiso finire così male?”
Quindi il desiderio di rivalsa, a tutti i costi.
Decisivo fu l’intervento del buon Kieran, così tanto smanioso di ripulire il territorio da una criminalità impossibile da estirpare. Una specie di puzzo di fritto dopo il cenone di Natale a casa di nonna.
Birra E Cazzotti del dublinese O’Carroll non fatica a catturare le coscienze di chi legge. Gli ingredienti ci sono proprio tutti. L’amore, l’odio, l’amicizia, la riconoscenza.
E quella smania di rivincita che ognuno di noi si porta dietro.
“Da quattordici anni Sparrow McCail era consapevole che gli mancava quel qualcosa di necessario per assestare il colpo decisivo. “
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In definitiva non siamo tutti un po’ Antony Sparrow McCabe? Siamo in costante attesa che arrivi il nostro momento, quello della gloria. Magari con un Kieran Clancy come fedele alleato. Come amico.
“Kieran Clancy, sorrise. Infilò la pistola nella fondina, mise in tasca l’arma di Teddy e lentamente iniziò ad applaudire.”
A pensarci bene, quante volte siamo stati vincitori e subito dopo sconfitti.
E dopo, ancora maledettamente vincitori.
“Sparrow, ora in lacrime, cominciò a saltellare intorno al ring come un campione, con le braccia alzate.”
BIRRA E CAZZOTTI – BEAT EDIZIONI – 2017
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