Recensione di Dimensione Planisphere – Mariojunior Romersi


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Dimensione Planisphere. Avventura come parola d’ordine.

Il viaggio, l’avanscoperta, l’esplorazione. Tutto fa capo ad un un’unica volontà: quella dell’evasione.

Il voler evadere da una realtà che a volte è troppo monotona, ripetitiva. Troppo spesso una realtà che sta stretta.

E come fuggire se non con una barca?

Attraverso la passione della vela e la smaniosa volontà di possedere una propria imbarcazione, si viene traghettati verso un mondo nuovo, lontano mille miglia dall’abituale routine capace solo di imprigionare anima e corpo.

Con Dimensione Planisphere il lettore viene davvero trasportato, a volte travolto.

Roberto, istruttore di vela, insegue da sempre un sogno: possedere una barca.

Ma le sue umili origini lo avevano costretto, sin da bambino, a percepire i suoi desideri come semplici illusioni:

“Mi sentivo come in un recinto con pareti di vetro: potevi vedere le cose che erano all’esterno, ma non potevi raggiungerle.”

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A dir la verità, questa volta l’opportunità che bussa alla sua porta pare abbia il sapore di una fiaba a lieto fine. La sua “bambina” è pronta, avrà una barca tutta per lui:

“Perché la nostra vita è l’avventura, la scoperta, la sfida, la voglia di superare i limiti che la natura vuole imporre all’uomo.”

Finalmente il buon Roberto, in compagnia della sua fedele ciurma, lascia la sua consueta quotidianità fatta di impieghi abituali e di affetti stabili.

Sbarca in un piccolo paese del Maine per ritirare il suo gioiello, il Planisphere: “…era lì, ondeggiando soavemente sull’acqua. Era lucido, limpido, rifletteva la luce del sole accecando tutti.”

E qui ha inizio l’avventura. Non è poi così difficile diventare l’intimo custode di un profondo segreto.

Peripezie, palpitazioni, suspense a chili. A tratti l’avventura sembra trasformarsi in disavventura.

La vicina isola di Santkork somiglia ad una montagna troppo alta da scalare. Un mostro troppo difficile da sconfiggere:

“Tutto sembrava surreale. Ogni membro del gruppo credeva di essere in un film thriller e provava la sensazione di osservare la scena piuttosto che di viverla in prima persona.”

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Il romanzo di Mariojunior Romersi ha il merito di proiettare il lettore verso una dimensione estranea, nuova, per certi versi eccitante. Dimensione Planisphere, per l’appunto.

La sua scrittura lineare è un omaggio al coraggio, al bisogno di scoprire, al desiderio di sapere.

Il viaggio è lo stimolo per il cambiamento, l’incentivo per inseguire i propri obiettivi.

Pardon, i propri sogni:

 “…perché una persona muore quando smette di vivere per le cose che la fanno vivere.”

DIMENSIONE PLANISPHERE – EDIZIONI PROGETTO CULTURA – 2021

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