Dizionario Degli Amori Impossibili inizia con A di Abitudine, quella di Edoario e Pizia che “Non si conoscono, non si piacciono, non si amano, ma vogliono condividere la loro vita” a tutti i costi.
Dalla prima pagina abbiamo così la possibilità di comprendere due cose, che i nomi dei protagonisti delle storie saranno tutti straordinari e che le storie saranno assurde e proprio per questo all’interno ci troveremo molta realtà.
“Per vivere una vita insieme hanno una sola possibilità: sposarsi e poi fingersi morti.”
Leggerlo su carta sembra davvero un bizzarro epilogo per una coppia, ma quanti ne conosciamo?
E allora quanto paradossale c’è nelle storie che viviamo e quanta realtà c’è in questo libro che è meravigliosamente molto oltre la realtà?
Dizionario Degli Amori Impossibili si snoda proseguendo con titoli che mantengono un rigoroso ordine alfabetico, il cui significato rispecchia sempre il nocciolo della questione nella coppia di cui ci parla.
Ogni racconto è breve, diretto, apparentemente paradossale e potente.
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C’è Abitudine, Coerenza, Colazione con Cuola e Donio, Drago (bellissimo), Fantasma, Humor, Judo, Silenzio, Brino e Ualda con Wafer e così via fino a Zavorra.
In Fantasma “Arnatola non crede ai fantasmi, ma si innamora di Madio, che è un fantasma“.
In Elucubrazioni “Secondo Modino, Alcovia è troppo concentrata su se stessa, mentre dovrebbe essere concentrata su di lui. Secondo Alcovia pensare a Modino è una distrazione eccessiva che le impedisce di pensare interamente a se stessa“.
In Dio “Alìta crede in Dio, Fioro no. Tutto va bene fin quando Dio non c’è“.
In Igiene “Mansuela ha sposato Telice scegliendolo dopo una dura selezione basata sull’igiene personale“.
In Morte “Podolio vuole amare Zendita per tutta la vita, ma lei muore. Si consola pensando che l’ha amata fino a quando è stato possibile. Ma prima?“.
Il libro ha fascino ed è divertente, la vena è ironica e non esattamente virante verso il positivo, ma d’altronde si parla di rapporti, di accostamenti tra esseri umani delle più svariate tipologie, con diversi modi di amare, desiderare, vedere se stessi, la vita e l’amore.
Chi può esserlo a lungo?
Dizionario Degli Amori Impossibili a me ha fatto l’effetto dei pop-corn caramellati al cinema, davanti un gran bel film: inizi assaggiandone uno prima dell’inizio e al terzo fotogramma sono già finiti.
Il suo essere surreale, nel come Talarico condivide con noi le storie dei suoi personaggi, ci aiuta a leggerle con leggerezza e divertimento, ma ben presto capiamo quanto scavino in noi, quanto possiamo ritrovarci e quanto da esse possiamo capire le dinamiche personali e di coppia.
Nostre e di chi ci circonda.
I cinquantadue racconti e piccoli drammi di coppia, che dramma non sono mai, li ho trovati tutti belli, molti bellissimi, alla fine di qualcuno ho scritto a matita qualcosa che mi avrebbe ricordato come l’ho vissuto.
C’è un “Bam”, un cuoricino, e molte orecchie a segnalare quale dovrò e vorrò ogni tanto rileggere.
(Sì, confesso qui e ora, ho iniziato a fare le orecchie ai libri da qualche mese, per ricordarmi che non ho bisogno di rigore e perfezione per godere di qualcosa e che la ricerca della perfezione può essere un limite).
Ho trovato magico ed eccezionale questo libro sulle relazioni, sull’amore e gli amori non nella solita chiave… finalmente qualcuno ha saputo andare oltre con freschezza e il mirino fermo, per un centro perfetto.
DIZIONARIO DEGLI AMORI IMPOSSIBILI – NEO – 2021
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