Ecologista A Chi?, una citazione:
“Coscienza critica della modernità: questa la funzione svolta finora, egregiamente svolta, dai movimenti ecologisti, in un rapporto dialettico ma tutt’altro che di contrapposizione con la scienza e con la tecnologia.”
Ecologista A Chi? prova a ricostruire i passi fatti dal movimento ecologista, mostrandone al contempo i paradossi.
L’ecologismo oggi non è più minoranza: quasi tutti ormai si definiscono “ambientalisti”.
Però tra il dire e il fare non ci sono di mezzo solo i cambiamenti climatici e l’ipocondria determinata dalla pandemia. Aleggia anche un altro, fondamentale, quesito.
La pandemia dà ragione agli ecologisti, all’idea che l’Homo sapiens abbia devastato la natura e ora ne paghi il prezzo?
O, al contrario, dimostra che gli ecologisti hanno torto, che solo un uomo sempre più “tecnologico” e “artificiale” può sconfiggere una natura “ostile”?
A partire da queste due opinioni contrapposte ed entrambe correnti, si snoda una riflessione sul pensiero ecologico, che vede l’uomo come “intruso” nel mondo naturale ma al tempo stesso, nel solco di Darwin, come specie animale integrata nei processi evolutivi.
Questa contraddizione non ha impedito alle idee degli ecologisti di conquistare l’opinione pubblica, di penetrare nella mentalità contemporanea e, soprattutto, delle nuove generazioni.
Ma di fronte alla pandemia e a una crisi ancora più grave, quella climatica, gli ecologisti devono sciogliere le loro ambiguità, mettendo da parte pregiudizi e diffidenze verso la scienza e la tecnologia.
Oppure, da soluzione della crisi ecologica, il pensiero green rischia di diventare esso stesso parte del problema.
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Roberto Della Seta, classe 1959, da oltre trent’anni si dedica a tempo pieno ai temi ambientali. È stato coordinatore del comitato scientifico, presidente di Legambiente e oggi è direttore del Festival nazionale dell’economia circolare.
Ecologista A Chi? è un’occasione utile per rilanciare una riflessione sui fondamenti del pensiero ecologista, sulle sue contraddizioni e sulla direzione che deve prendere oggi.
Un ecologismo che è contemporaneamente dentro la scienza ma critico delle derive scientiste, dentro la modernità ma critico delle derive tecnocratiche, razionalista ma ferocemente anti riduzionista.
Il nodo diventa, allora, come delineare il cambiamento necessario e come governarlo, uscendo dall’ambiguità di un pensiero bifronte, in tensione continua tra cambiamento e conservazione.
Si tratta di scegliere tra appoggiare la spinta alla rivoluzione energetica per contrastare l’emergenza climatica, oppure attestarsi a “sentinella dell’esistente”, opponendosi a qualunque intervento sul territorio.
Questa è la grande sfida culturale, prima ancora che politica, dell’ecologismo.
C’è bisogno di un progetto riformista che, facendosi carico della complessità dei processi sia naturali che sociali, sappia mettere al centro l’universalismo del benessere della specie umana, che non esiste fuori dalle leggi dell’ecologia.
Un progetto che sappia anche fare i conti con l’impatto sociale delle trasformazioni produttive e della riorganizzazione della vita collettiva.
Raggiunta ormai l’età della maturità, secondo Della Seta, gli ecologisti devono scegliere cosa fare “da grandi”.
Godersi il loro trionfo culturale – la “chiara fama” acquisita sul campo – e starsene alla finestra dispensando ammonizioni, oppure – non più minoranza ma maggioranza nell’opinione pubblica – attrezzarsi per “governare”.
Governare quel salto di civiltà che ha preso il nome di transizione ecologica: ossia la trasformazione in senso ecologico dei modi di produrre, consumare, organizzare la vita sociale.
È tempo di agire. Magari seguendo l’esempio dei serpenti, che cambiano pelle per crescere, pur rimanendo se stessi.
ECOLOGISTA A CHI? – SALERNO EDITRICE – 2021
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