Recensione di Filosofia Del Subbuteo – Paolo Dellachà


La Filosofia del Recensioni

Con Filosofia Del Subbuteo si torna un po’ bambini? Forse.

Il Subbuteo è semplicemente l’espressione nostalgica di adulti di mezza età in crisi d’identità? Non scherziamo.

Il testo di Paolo Dellachà ha le idee chiare, molto chiare. Il gioco da tavola, ideato dal genio dell’inglese Peter Adolph, è molto di più di calcio in miniatura. Nasconde un mondo, un microcosmo pieno zeppo di valori morali e codici etici.

E di rituali da preservare: “Ne scaturisce un dialogo serratissimo tra i giocatori, che rende questo gioco un parente del biliardo e degli scacchi, ma impone anche una certa propensione al confronto fisico, visto che i contendenti sono costretti a una continua danza intorno al tavolo da gioco, del quale si disputano gli spazi angusti.”

Per chi è cresciuto tra i favolosi anni ’70-’80 il Subbuteo ha rappresentato “il gioco” per eccellenza. Anche se è stato duro il confronto con i primi videogames usciti all’epoca. Ma ha rappresentato un’alternativa valida alla partitella sotto casa. Con il significativo vantaggio di non rischiare di essere riportato a casa a brutto muso dalla mamma:

“…secondo dati necessariamente approssimativi, forse sovrastimati per accrescere la leggenda del Subbuteo, nel 1974 il mondo ospitava un milione e mezzo di subbuteisti, cresciuti fino a sette milioni nel 1982.”

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Con la Filosofia Del Subbuteo l’autore svela le sue emozioni e confida i suoi limiti da eterno “animale” da competizione. Racconta la passione viscerale per questo mondo, quella tramandata da suo padre e quella consegnata con amore a suo figlio.

Il subbuteista è un personaggio singolare, appassionato di calcio e tifoso. Nonostante questo è anche capace di vestire i panni della squadra a lui più sgradita, di vestire idealmente la maglia più odiata. Insomma, un inguaribile romantico.

Nel XXI secolo il Subbuteo esce con le ossa rotte? Parzialmente. Ancora esiste orgogliosamente, ancora resiste con ostinazione alla super tecnologia. È un gioco pulito, sincero, una rappresentazione onesta di un mondo inquinato come quello del calcio.

Il Subbuteo fa parte di un piccolo universo lontano anni luce da questo mondo che va a tremila. Di un mondo che corre tanto, troppo velocemente. Un mondo a cui è difficile stare dietro.

A pensarci bene il Subbuteo è la Panda anni ’80 che arranca tremendamente dietro al Suv di nuova generazione. Ma quanto è bello quando arriva a traguardo. Perché arriva a traguardo. Sempre.

“…il Subbuteo non potrà mai più essere un fenomeno di massa, perché le condizioni che lo avevano reso tale non si ripeteranno.”

Sì, ma non morirà. Promesso.

FILOSOFIA DEL SUBBUTEO – IL MELANGOLO – 2021

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