Guerra, Pace E Brexit. La ricetta che spiega la questione irlandese. Almeno in chiave moderna.
L’Irlanda vive da secoli una realtà che sa di paradossale, una sorta di colonia in Europa. Dopo secoli di invasioni, di soprusi e di vessazioni di ogni tipo, gli abitanti dell’isola verde hanno iniziato a far sentire la propria voce. Soprattutto durante il periodo della Grande Guerra.
La rivolta di Pasqua, l’Easter Rising del 1916. Qui si risveglia la sopita coscienza nazionale, qui si rianima l’orgoglio ormai in letargo.
La parziale vittoria dell’esercito in verde, poi il trattato anglo-irlandese con la nascita nel 1921 di un’entità artificiale, lo stato fantoccio dell’Irlanda del Nord, definito “uno stato protestante per un popolo protestante”.
La scellerata divisione nel Nord tra la comunità nazionalista e quella unionista è compiuta. Per non parlare della fratricida guerra civile che vide scontrarsi sostenitori e oppositori del trattato.
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L’opera di Riccardo Michelucci percorre la storia moderna dell’Irlanda in tutta la sua interezza, con dovizia di particolari. Lo spirito di combattività di questo popolo è messo in bella mostra, il rifiuto di consegnarsi al nemico riecheggia in tutto il libro:
“Nessuno di noi voleva morire, ma eravamo determinati a resistere fino alla morte piuttosto che arrenderci alla criminalizzazione a cui volevo sottoporti il governo britannico.”
Gli eventi significativi della storia moderna del conflitto nordirlandese parlano chiaro. Il triste epilogo di quel dannato 30 Gennaio 1972, il Bloody Sunday, ha lasciato strascichi importanti. La miccia che ha innescato la voglia di rivalsa, la corsa all’armamento, l’esercito repubblicano irlandese che si ingrossava a dismisura.
Una lotta con le armi, piena di sofferenza. Ma anche una battaglia di principio, testarda proprio come gli irlandesi. Il sacrificio di Bobby Sands e degli altri Hunger Strikes. Tutto questo cosa ha portato? Il popolo irlandese può finalmente considerarsi libero dal mostro inglese?
L’accordo del Venerdì Santo del 10 Aprile 1998 pare abbia sancito la fine del conflitto. Ma probabilmente non ha ripagato a pieno il martirio degli eroi delle carceri nordirlandesi: “…loro non hanno alcun diritto di stare qua, non l’hanno mai avuto e non l’avranno mai. Ho lottato per un’Irlanda unita e liberata dal giogo inglese. E la guerra non è ancora finita.”
Non tutta la comunità nazionalista ha accettato di buon grado le strette di mano tra personaggi che fine a qualche anno prima erano soliti spararsi pallottole a volontà: “Credo che la nostra causa sia stata in gran parte tradita. Penso che fossimo inevitabilmente destinati alla sconfitta. Ma il modo in cui questa sconfitta è stata ottenuta costituisce un vero tradimento…”
Gerry Adams e Martin Mc Guinness, considerati due eroi della comunità nazionalista durante gli anni più caldi del conflitto. Con lo sviluppo del processo di pace guidato dal partito Sinn Fein e con l’addio alle armi dell’IRA, hanno visto le proprie posizioni perdere consenso in seno alla propria comunità.
Perché è accaduto proprio questo? Perché a Belfast e a Derry i quartieri nazionalisti e quelli unionisti sono ancora divisi da barriere di cemento e lamiera? Perché il sistema carcerario nordirlandese è rimasto quello precedente all’Accordo del Venerdì Santo?
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Guerra, Pace E Brexit prova a dare le risposte giuste. Analizza il conflitto con onestà invidiabile, dà voce ai protagonisti, svela aneddoti importanti. Riesce puntualmente a confutare la teoria della guerra di religione, concede il giusto spazio ad uno scenario così tanto attuale come quello della Brexit.
Michelucci, giornalista e studioso dell’Irlanda, confeziona un’opera da applausi. Un testo da inserire senza ombra di dubbio nella bacheca di qualsiasi appassionato del tema. E non solo.
La lettura è assolutamente piacevole. La passione per la storia dell’isola esce prepotente tra le pagine, coinvolge il lettore. Lo trasporta all’interno delle celle di Long Kesh, per le strade di Falls Road e del Bogside.
Lo trascina nell’anima degli uomini morti per un’ideale. Quello di un’Irlanda unita. Di una riunificazione, forse, sempre più vicina.
“Verrà il giorno in cui tutto il popolo irlandese avrà il desiderio di libertà. Sarà allora che vedremo sorgere la luna.”
GUERRA, PACE E BREXIT – ODOYA – 2022
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