Heroes è un viaggio nella natura emiliana. Quella autentica fatta di sapori, colori e tradizioni. Attraverso lo sguardo, i ricordi e la voce di Simone Finetti c’immergiamo in un mondo stupendo, sano e istruttivo, e volto a insegnarci i segreti di uno chef.
Simone Finetti ha in mano il mattarello da quando ha cinque anni, ovvero da quando Nonna Berti inizia a insegnargli la sua cucina emiliana. Non c’è solo Nonna Berti, ci sono anche gli altri di nonni che ognuno con la propria saggezza formeranno Simone fin dalla giovane età.
In Heroes, i racconti si alternano alle ricette incrociandosi a seconda degli ingredienti e dei metodi usati in cucina.
Per esempio, c’è spiegata la pasta fatta in casa e il perché debba essere fatta con il tradizionale mattarello. Una volta stesa, come riempirla e come chiuderla nominandola poi con i vari nomi di ravioli, casoncello, eccetera.
La prima ricetta che ci propone lo chef Finetti sono i deliziosi ‘Cappelletti di Anguilla’. Spiegati con semplicità e fruibilità anche per i meno esperti.
Poi si viaggia in quell’infanzia cara a tutti:
“L’obiettivo che s’impossessava di me durante l’estate era riempire la dispensa, guidato da nonno Ledo in quel microcosmo fatto di pomodori passati a mano uno per uno – messi in barattolo con una fogliolina di basilico e un filo d’olio – di pesci gatto da pescare sul canale, di legnaie da riempire a suon di piccole fascine, di conserve di prugne, pesche sciroppate, pere, marmellate di ogni genere.”
Una delle bellezze di Heroes è propria quella sopra descritta, ovvero unire un racconto a un consiglio per la cucina. In questo i pomodori passati con poco basilico e un filo di olio. E in questo particolare racconto c’è anche l”ultima dispensa riempita da nonno Ledo e il seguente senso di responsabilità di Simone di mantenere tradizione e dispensa piena.
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E’ il padre di Simone ad avvicinarlo al mare. E a fargli assaggiare in tenera età il granchio. Una percezione che evolverà ancora il gusto del futuro chef e la sua stessa percezione del mondo.
Imperdibili i successivi ‘Crostini di canocchie crude, sale e pepe, burro d’alpeggio al tartufo e finocchietto’ e semplici da realizzare.
I racconti proseguono con un particolare panino al wurstel:
“Nonostante ripetuti richiami, l’allievo Simone continua a grigliare panini e wurstel e venderli a cinque euro.”
Questo è il colore della voce e del ritmo che dipinge tutto Heroes.
Particolare piacere si ha quando vengono svelate “Le marinature e il castrato della nonna”. Segreti di altri tempi che tornano attuali, godibili e assolutamente appetitosi, anche solo già nella lettura.
Fatale poi l’incontro con il ristoratore Ronni, uno sliding doors da film, dove lo chef Finetti inizia a sperimentare l’incrocio culinario tra fantasia e ricordi. Lì, Ronni, dopo tanta fatica, gli dirà: “Bravo, da oggi tu sei un cuoco.”
Appassionante e come sempre istruttivo il capitolo dedicato alle uova e alla ‘crema inglese al mandarino’.
Si prosegue con il racconto della vita sincera di Simone con la fatidica telefonata
“Ciao Simone, sono Veronica di Masterchef. Ho visto i tuoi piatti, complimenti. Ti va di fare un provino?”
Ma non voglio svelarvi di più perché Heroes è un libro che va letto per la storia che c’è dentro, prima ancora delle ricette. Rischierei di rovinarvi quel finale che sono quei bignè che gli hanno fatto perdere la finale di Masterchef All Stars. Ma avrà perso davvero? Probabilmente no, a considerare la ricetta meravigliosa dei bignè.
HEROES – HOEPLI – 2019
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