Recensione di Irlanda Del Nord, Conflitto Ed Educazione – Barbara Gabriella Renzi


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Irlanda del Nord, Conflitto Ed Educazione. “Il settarismo è sicuramente una forma di violenza che genera violenza…”

Così si legge nelle ultime pagine del libro di Barbara Gabriella Renzi.

Il settarismo come forma di violenza. Il settarismo come esclusione, come difficoltà nell’integrazione. Come ostacolo alla pace.

“Arrivando a Belfast si respira un’aria differente: si sente un velo di nebbia pesante che ci si posa addosso. Questo è il velo della violenza.”

La Renzi, nel suo lavoro di psicoterapeuta e volontaria, ha raccolto una quantità considerevole di testimonianze sul campo, trascorrendo quindici anni a stretto contatto con le due comunità di Belfast:

“Sono cresciuta come donna e madre in questa città e ne ho parzialmente interiorizzato la cultura, che anno dopo anno ha modificato il mio modo di essere, non solo di parlare, ma anche di vestire, di pensare e di vedere il mondo.”

Il lavoro etnografico dell’autrice risulta veramente interessante. Le pagine scorrono una dietro l’altra, la scrittura è chiara, comprensibile, diretta. Colpisce il lettore, riesce a trasportarlo in quell’universo così contraddittorio che corrisponde al nome di Irlanda del Nord.

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Il testo propone una diversa prospettiva del conflitto e del disagio sociale diffuso in città.

In Irlanda Del Nord, Conflitto Ed Educazione la voce unionista prende forma attraverso il timore che la loro comunità possa essere sottomessa da quella repubblicana: “sentono di essere in piena guerra culturale e pensano che la cultura lealista e quindi britannica venga lentamente ma inevitabilmente eliminata…”

In fondo: “essi credono fortemente nella Britishness e nei suoi valori”

La paura, in sostanza, è “che i repubblicani stiano raggiungendo tutti gli obiettivi prefissati: la paura principale è di trovarsi all’interno dell’Irlanda e di non essere realmente parte del Regno Unito.”

Se Atene piange, Sparta non ride. Tutt’altro. La comunità repubblicana non si sente rappresentata dalla classe politica. Tantomeno tutelata: “…il movimento repubblicano costituzionale non è radicato nella comunità, i politici appaiono solo nel periodo elettorale, non “vivono” le comunità, non ne sono parte integrante.”

Disoccupazione, povertà, criminalità. Gli abitanti di Falls Road e di Shankill Road soffrono un disagio di lungo corso. Il sottoproletariato vive in condizione di estrema miseria. I giovani spesso sono costretti a delinquere. Droghe e alcool fanno il resto.

Con tutto quello che comporta: “non è inusuale che le persone passino il tempo chiuse nelle loro case, soffrano di depressione o di altre malattie mentali scaturite da questo stato di cose”.

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Irlanda Del Nord, Conflitto Ed Educazione racconta accuratamente la divisione tra le due comunità. Non solo ideologica. “Il livello di segregazione e auto-segregazione è chiaramente alto e si potrebbe confrontare storicamente con quello sudafricano o quello del profondo Sud America.”

Ma poco importa: “questi muri non fanno sentire le persone in trappola, al contrario, si sentono protetti dalla minaccia che c’è dall’altra parte”

Con l’Accordo del Venerdì Santo del 1998 si è gettato fumo negli occhi. Anche se i Troubles sembrano lontani, nel quotidiano poco è cambiato. Le difficoltà di sopravvivenza sono le stesse.

Anche i muri sono ancora lì.

Nonostante gli sforzi di chi vorrebbe abbatterli.

Perché, come fa intendere Barbara Gabriella Renzi, c’è voglia di pace.

“L’Irlanda del Nord è uno dei pochi luoghi in cui l’utopia è viva e vegeta e i sognatori cercano soluzioni pratiche per un futuro di pace condivisa.”

IRLANDA DEL NORD, CONFLITTO ED EDUCAZIONE – LEDIZIONI – 2017

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