La Parte Migliore, di Christian Raimo, è senza esagerazione un romanzo che contiene il tutto, l’eterno e la fine, la morte e la rinascita, la perdita e il ritrovamento, il dolore e la salvezza.
Un romanzo di sentimenti, di analisi, di introspezione, di domande e di risposte, di ricerca e soluzioni.
In La Parte Migliore c’è una famiglia, una di quelle fatte di genitori separati. Una madre, Leda, alla metà dei quarant’anni, una figlia, Laura, in piena adolescenza e un padre, seppure lontano, sempre un padre, Giuseppe.
Un passato fatto del più grande e inspiegabile dolore: la perdita di un figlio, quell’evento che non può aver logica, che apparentemente non può avere riscatto, e che i protagonisti hanno elaborato ognuno a modo suo.
Ma stranamente non è questo l’epicentro del racconto perché come accade nella realtà, la vita continua e vuoi o non vuoi si va avanti, o meglio, si deve andare avanti.
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E cosa può succedere quando una figlia di diciassette anni torna a casa e rivela alla madre di essere incinta?
Ma è proprio allora che arriva la resa dei conti, il momento per smettere di rincorrere la vita e iniziarla veramente a vivere.
Potrà Leda, che tra l’altro fa un lavoro a costante contatto con la morte (assiste i malati terminali) smettere di parlare con il figlio morto? E concentrarsi sulla sua vita, su rapporti umani per viverli appieno?
Potrà Laura finalmente riavvicinarsi al padre e ricostruire (o costruire) con lui un vero rapporto?
E Giuseppe, proprio lui che non si è mai perdonato la morte tragica del figlio, riuscirà a dire, e a dirsi, che in fondo non può essere stata veramente colpa sua?
Un romanzo bellissimo, una scrittura piena, uno spunto per tante e profonde riflessioni sul proprio essere. Da non perdere.
LA PARTE MIGLIORE – EINAUDI – 2018
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