Recensione di La Rossa Volante – Francesca Porcellato

Recensione di La Rossa Volante – Francesca Porcellato

La Rossa Volante, una citazione:

“Quanta strada percorsa in questa strana esistenza, una vita di corsa in tutti i sensi.”

La Rossa Volante è la storia della vita e delle imprese sportive di una campionessa dai capelli color porpora.

Francesca aveva diciotto mesi e stava giocando nel cortile di casa, quando un’autocisterna che trasportava gasolio la investe schiacciandola e facendole perdere l’uso delle gambe.

Sola e senza genitori dovette trasferirsi a Roma in un istituto specializzato in fisioterapia.

Il passaggio dai tutori alla carrozzina fu il ritorno alla vita.

Non si sentiva più dentro un tempo fosco, oppressa da sovrastrutture ingestibili che le rendevano impossibile pensare, muoversi o tantomeno divertirsi.

Seduta sulla carrozzina, riconquistò libertà di azione e pensiero, si riappropriò del futuro. A 6 anni già sognava di diventare un’atleta.

In questo libro racconta in che modo il sogno si è trasformato in realtà.

Oggi, a 51 anni, Francesca Porcellato, soprannominata la «Rossa volante», è la campionessa paralimpica italiana che ha vinto di più in più discipline, dall’atletica leggera allo sci di fondo al ciclismo, conquistando quattordici medaglie in undici edizioni dei Giochi tra estivi e invernali.

Ma Francesca Porcellato è molto più dei suoi numeri infiniti. È lo sport, nella sua essenza più profonda.

«Sono nata in un tempo in cui la disabilità era volontariamente oscurata e oggi, qualche decennio dopo, vestita d’azzurro, firmo autografi.»

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Una vita e una carriera rese in numeri, che fanno di Francesca Porcellato probabilmente l’atleta paralimpica più nota al mondo. 

In oltre trent’anni di attività, tante le discipline praticate per una campionessa divenuta famosa per la sua versatilità: ha gareggiato su distanze che variano dai 100 metri alla Maratona – vincendo, tra l’altro, quelle di New York, Londra, Boston e Parigi.

Con l’atletica leggera ha partecipato a nove edizioni dei Giochi Paralimpici da Seoul a Pechino vincendo quattordici medaglie. A Pechino è stata anche la portabandiera. 

Dopo le Paralimpiadi di Atene si è poi cimentata con lo sci di fondo, partecipando ai Giochi Paralimpici invernali di Torino 2006, Vancouver 2010 e Soci 2014.

Dopo le esperienze in atletica e sci di fondo, si è concentrata sulla carriera Paraciclistica gareggiando su handbike, come Alex Zanardi, collezionando altre medaglie a Rio De Janeiro 2016 e Tokyo 2020.

Proprio come Zanardi, la Porcellato è un simbolo di perseveranza, dedizione, disciplina e furore agonistico.

Francesca insegna che la pratica sportiva è un quotidiano bagno d’umiltà, che obbliga a fare i conti, ancor prima che con gli avversari, con sé stessi e i propri limiti.

Le sue imprese hanno anche dato rappresentanza a una moltitudine di sacrifici, sofferenze e silenzi del mondo dei disabili.

E la sua voce di atleta ha aiutato a combattere i rigurgiti di pregiudizio ed esclusione con la cultura dell’accoglienza e dell’accettazione.

Grazie Francesca. Per il lustro che hai dato all’Italia e per l’esempio che porti. A tutti noi.

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