Recensione di La Valle Oscura – Anna Wiener

Recensione di La Valle Oscura – Anna Wiener

La Valle Oscura  è un dettagliato ed emozionante resoconto sulla vita professionale nella Silicon Valley, cuore pulsante della tecnologia mondiale.

Siamo nel 2013, l’autrice originaria di New York, nei primi capitoli ci racconta, la sua formazione umanistica, il suo primo lavoro nell’editoria e le sue aspirazioni.

Arriva poi il momento del cambiamento.

La nostra protagonista approda a San Francisco, per essere assunta nel settore high-tech, in una della startup più innovative al mondo.

Immaginatevi internet, “App”, “ipertecnologia”, intelligenza artificiale.

La Valle Oscura, a questo punto, rispecchia pienamente la “premessa-promessa” del titolo. Sì, il titolo è una vera dichiarazione d’intento.

Capitolo dopo capitolo iniziamo a entrare nei meccanismi inquietanti delle startup.

Comprendiamo che il motore di tutto è la devozione ossessiva  alla causa. Motore? Forse dovrei dire “chip”.

Concetti come aspirazione, motivazione, competizione di per sé suonano obsoleti quanto un Nokia 3310.

Siamo di fronte a pagine che spiegano l’evoluzione oltre il capitalismo.

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Lo sviluppo digitale “a tutti i costi”, è il vero guru. L’unica fonte di potere e ricchezza è possedere i “big data”, ovvero noi.

L’ essere umano è solo una funzione misurabile da scoprire, analizzare, controllare e poi usare.

La tirannia dell’algoritmo è l’orizzonte politico di questa epoca.

“Qualunque cosa facessero gli utenti di una app o di un sito internet – pigiare un tasto, scattare una fotografia, inviare un pagamento, mettere un like, inserire del testo – poteva essere registrata in tempo reale, immagazzinata, aggregata e analizzata” 

Ed è lì, nella Silicon Valley, che le menti celebrano, costruiscono e osannano le nuove frontiere dell’economia mondiale.

A incuriosirci e a raccontarci tutto questo, saranno le numerose descrizioni delle giornate trascorse in uffici “che somigliano a circoli ricreativi”.

Giornate scandite da un’organizzazione maniacale del lavoro.

Lo stile della Wiener ironico, dissacrante, autentico ci trascina nella sua storia. Diventa un po’ anche la nostra inevitabilmente.

In La Valle Oscura affronteremo il sessismo spietato, l’ansia costante del fallimento, il controllo ossessivo sul corpo e sul tempo.

“Il lavoro si era incuneato nella nostra identità. Noi eravamo l’azienda, e l’azienda era noi. Piccoli fallimenti e grandi successi riflettevano in egual modo le nostre inadeguatezze personali o il talento individuale.

La possibilità di sbagliare, di compiere un errore, un passo falso diventa il vero lusso.

Vi lascio con una domanda: potrà un “nuovo umanesimo” riaffacciarsi? Se non nel mondo, quantomeno nella vita della protagonista?

LA VALLE OSCURA – ADELPHI – 2020

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