Recensione di Le Notti Chiare Erano Tutte Un’Alba – Andrea Cortellessa

Recensione di Le Notti Chiare Erano Tutte Un’Alba – Andrea Cortellessa

Le Notti Chiare Erano Tutte Un’Alba, una citazione:

“Del mare sulle iridescenti arene,

dove in trincee si ammucchiano, mi getto;

e con una repressa ansia il grilletto

premo. Va la terribile frustata

e una sagoma cade. Immaginata

non ho in essa una più bella che buona,

non una testa che porti corona,

non il nemico che più mai non viene.

Da Bersaglio, di Umberto Saba.

L’epoca sulla quale la Grande Guerra ha impresso il suo marchio di fuoco è un secolo abbreviato in spazi convulsi e lancinanti.

Un “secolo breve”, come l’ha definito il grande Eric Hobsbawm, iniziato con uno sparo e l’assassinio dell’Arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo il 28 giugno 1914, evento che porterà al primo sterminio di massa del Novecento.

Le Notti Chiare Erano Tutte Un’Alba, nel centenario dalla fine della Prima Guerra Mondiale, è un’antologia di liriche di poeti italiani che impongono di non dimenticare la nostra storia recente.

La nuova edizione di questa ampia raccolta curata da Andrea Cortellessa prende il titolo da un verso di Eugenio Montale. E ci offre più di centotrenta poesie di sessantasette autori.

La raccolta spazia dai grandi capisaldi del Novecento (Ungaretti, Saba, Gadda, Rebora, Sbarbaro, D’Annunzio, Marinetti, Gozzano) ad altri più o meno noti, tutti coinvolti nel primo conflitto mondiale.

Un’occasione per riflettere su cosa ci insegna la letteratura – di guerra e non solo – a distanza di un secolo.

Un modo per esplorare, attraverso parole e versi, un’esperienza che l’umanità ha vissuto come ”fine di un mondo”: la distruzione dei valori, degli assetti politici e sociali tradizionali, l’avvento della tecnologia nello sterminio, l’immane tragedia di una mattanza europea.

Al tempo stesso emerge con chiarezza come siano stati i poeti i primi a scorgervi la visione o precognizione di un “mondo nuovo”, che da quelle ceneri sarebbe poi sorto.

Un’antologia articolata per sezioni tematiche che mettono in luce la funzione che l’evento-guerra ha rappresentato per i maggiori poeti del Novecento italiano.

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Tuttavia, oltre all’analisi prettamente letteraria, il volume propone una nuova interpretazione del fenomeno guerra (come celebrazione, cerimonia, comunione di uomini e di intenti). E del suo potenziale totalitario.

Brandelli di uomini di poesia che fecero la guerra e di uomini di guerra che fecero la poesia.

Ma nulla si può davvero imparare dalla guerra perché nulla, di essa, si può realmente insegnare.

Coloro che dovrebbero trasmetterci questo insegnamento sono quelli  che non possono più parlare per la più semplice e la più tragica delle ragioni.

A questi versi, anche se possono apparire oggi echi di un passato lontano, dobbiamo rispetto per non dimenticarne sia il monito che i sacrifici dai quali sono scaturiti.

LE NOTTI CHIARE ERANO TUTTE UN’ALBA – BOMPIANI – 2018

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