Recensione di Lissy – Luca D’Andrea

Recensione di Lissy – Luca D’Andrea

Lissy. Non sono un’amante dei thriller, l’ho detto mille volte, di tanto in tanto però mi lascio sedurre da qualche autore e Luca D’Andrea è uno di questi. Con Lissy è riuscito ad ad attirare la mia attenzione. In realtà per due banali ragioni: c’è la montagna e c’è l’Alto Adige,  io amo la montagna e l’Alto Adige!

Lo avevo detto che i motivi erano banali… Lissy è ambientato nel 1974, è inverno, Marlene è la moglie di Herr Wegener, un uomo molto temuto che ha sposato per necessità.

Quattro personaggi decisamente “ai limiti”: Marlene, un sicario, un boss della mala, “un Bau’r” (un contadino) che vive in un maso, si chiama Simon Keller  e sarà proprio lui ad aiutare la giovane Marlene che cerca di sfuggire al marito a cui ha sottratto qualcosa di molto prezioso!

“Marlene, ventidue anni, un metro e sessanta o poco più, occhi blu malinconia, un neo alla fine del sorriso, indubbiamente bella e indubbiamente spaventata”

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Dopo i primi momenti in cui Marlene si sente protetta e tranquilla nel maso con Keller, l’incubo prende piano piano forma.
Ma cosa deve temere di più? Il marito? Il sicario?, forse anche il contadino Keller? O…

E’ un romanzo scritto con grande attenzione ai particolari, in una intervista Luca D’Andrea ha raccontato di aver fatto moltissime ricerche per poter raccontare con precisione ogni aspetto della storia: siamo negli anni ’70, come era fatto un maso allora? L’autore ha studiato a fondo la vita di montagna perché si sa, la montagna può essere amica ma anche nemica, la vita “in quota” è una vita che presuppone rigore e disciplina e la natura vuole rispetto.

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Una storia animata da figure mitologiche come i “coboldi” che nel folklore germanico sono spiriti della casa (hausgeister) che proteggono i suoi abitanti, come altri autori anche Luca D’Andrea ha scelto un territorio preciso per far “succedere” le sue storie, il suo Alto Adige è quello che per Jo Nesbø è la Norvegia e non sono la prima a paragonarlo all’autore norvegese!

Il libro comincia così: “Dolce Lissy, piccola Lissy.”

Due colpi leggeri e quelle parole: mordi, mordi, rosicchia, la mia casetta chi rosicchia?”

Una favola horror di cui non voglio svelarvi nulla, vi basti sapere che più di un lettore ha visto in quest’opera di Luca D’Andrea una… “Lissy non deve morire”.

Pauraaaaa!

LISSY – EINAUDI – 2017

 

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