Recensione di Questo E’ Domani – Silvia Albertazzi


Questo E Domani Recensioni

Questo È Domani, una citazione:

“L’impermanenza, il culto dell’effimero e il rigetto del definitivo, la filosofia del presente con i suoi corollari, estetica del ‘così com’è’ e situazionismo, reperibili nelle esposizioni di This is Tomorrow, diventano imprescindibili dalla cultura britannica degli anni Sessanta, dove il riferimento al sogno americano cede il posto, anche in conseguenza di una serie di eventi socio-politici degli anni ’56-’63, all’utopia della rivoluzione pop.”

Questo è domani racconta del perché a metà degli anni Cinquanta attecchiscano in Inghilterra i primi fuochi di un sovvertimento artistico e sociale che troverà piena espressione nel ventennio successivo.

Il 1956 è un anno-chiave nella storia inglese.

Mentre la crisi di Suez porta alla definitiva perdita di potere del Regno Unito sullo scacchiere mondiale, l’invasione sovietica dell’Ungheria è motivo di ripensamento degli ideali marxisti da parte di chi già ipotizzava un socialismo all’inglese.

Tre eventi, al cui centro si pongono i giovani, la gente comune e l’idea di una cultura “ordinaria”, fondata sul recupero dell’esistente, conquistano la scena.

Il primo programma del Free Cinema, il debutto del dramma Ricorda con rabbia di John Osborne, e la mostra This Is Tomorrow.

Scopo di Questo è domani è dimostrare quanto questi fenomeni culturali del 1956 abbiano influenzato la scena intellettuale successiva – dagli angry young men alla new wave cinematografica alla pop art, dai Beatles alla swinging London – imponendo l’idea di una via britannica alla cultura, in grado di porsi come autentico “modo di vita”.

Comune ai tre eventi è uno stesso proposito: “porre l’arte in una prospettiva spazio-temporale che confida nel futuro per essere completata”.

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Nella società inglese di quegli anni divampa una fiamma distruttiva che coinvolge tutto ciò che odora di tradizione e conservazione (decoro privato, religione, famiglia, status quo).

Si attua una forte spallata al passato, una sorta di prova tecnica di dissenso socio-culturale ben prima dell’avvento dei Sex Pistols.

I giovani del Regno Unito iniziano a fremere e a scalpitare. Contestano cominciando a esistere come categoria generazionale, volano e fruitrice di cultura.

La Albertazzi ci riporta al milieu di questi eventi e di questo decennio seminale. Seminale per il successivo fiorire della pop art, del new cinema inglese, del rock’n’roll.

Si tratta ora, a più di sessant’anni di distanza, di verificare come – se – quelle proposte sono state “completate”, osservandole da quell’allora lontanissimo futuro che oggi è il nostro presente.

In Questo è domani film, eventi, libri, musica, mode, politica, esposizioni del tempo sono passati in rassegna e setacciati a fondo.

Silvia Albertazzi insegna Letteratura dei Paesi di lingua inglese all’Università di Bologna. Per Paginauno ha già pubblicato Leonard Cohen. Manuale per vivere nella sconfitta, da noi recensito.

“Il domani di ieri non è l’oggi”, questo era riportato nella prefazione al catalogo della mostra This is Tomorrow.

Quel domani del 1956 così carico di eventi e di aspettative prefigurò un’età dell’oro che vide Londra capitale del mondo artistico e culturale per circa un lustro.

Un futuro, forse, che non ha mantenuto fino in fondo tutte le sue promesse.

QUESTO E’ DOMANI – PAGINAUNO – 2020

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