Recensione di Sabotaggio – Arturo Pérez-Reverte

Recensione di Sabotaggio – Arturo Pérez-Reverte

Sabotaggio, una citazione:

“Falcó pensò che, in quei tempi convulsi, quella babele internazionale sembrava organizzata da un’agenzia di pubbliche relazioni nordamericana priva di complessi razziali o politici. Lì, come i sassi scorrevoli di un torrente, rifugiati e fuggitivi di tutt’Europa, temporaneamente lontani dai fili spinati, dalle frontiere incerte e dai fucili, si mescolavano con i turisti.”

È la primavera del 1937, in Spagna infuria la guerra civile e l’Europa è spazzata dai venti di un nuovo conflitto mondiale.

A Parigi, babele di avanguardie artistiche, esiliati e cospiratori, imperversa con il suo fascino tenebroso Lorenzo Falcó, spia al servizio dei franchisti e impenitente seduttore.

L’hanno inviato qui con un duplice incarico: fare in modo che Léo Bayard, famoso pilota francese e uomo di mondo noto alle cronache per il suo sostegno al movimento repubblicano spagnolo, finisca ucciso dai suoi stessi compagni.

Inoltre dovrà impedire a ogni costo che un dipinto a cui Picasso sta lavorando, l’opera più attesa del momento, raggiunga l’Esposizione universale, dove i repubblicani sperano di ottenere l’appoggio della comunità internazionale.

Per mettere in atto il suo doppio sabotaggio Falcó si finge un collezionista d’arte, calandosi così in una realtà che, nonostante le ombre incombenti, ancora ondeggia tra i tavolini dei caffè e i salotti letterari.

Sabotaggio è il terzo, appassionato romanzo dedicato alle avventure di Lorenzo Falcó, personaggio che ha fatto della sfrontatezza e dell’ambiguità le sue carte vincenti.

Arturo Pérez-Reverte è nato a Cartagena, in Spagna, nel 1951. Per vent’anni reporter di guerra nelle zone roventi del pianeta, è autore di libri pubblicati in 40 lingue.

Scrittore colto e capace di scrittura raffinata, Pérez-Reverte riesce a toccare tutti i registri narrativi: dal romanzo storico all’avventura, dal thriller al noir.

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La trilogia di Lorenzo Falcó, viveur, donnaiolo, spia franchista, ci immerge con verosimiglianza e credibilità negli anni della guerra civile spagnola.

Un periodo presentato da un punto di vista non politicamente corretto. Ovvero dal lato dei “cattivi”.

Lorenzo Falcó risulta personaggio accattivante e ben tratteggiato.

Una spia che si muove con l’eleganza di un dandy e con il cinismo del sicario di professione.

Un James Bond ante litteram senza scrupoli o rimorsi.

Ma tutta la galleria dei protagonisti di Sabotaggio è affollata di caratteri abilmente modellati.

Alcuni ispirati a personalità dell’epoca: Léo Bayard, languido ed elegante, rimanda ad André Malraux; la bellissima compagna di Bayard, Edith Mayo, ex modella ora artista-fotografa, dietro la quale si può riconoscere Lee Miller e il suo amore per Man Ray; il giornalista e scrittore nordamericano Gatewood, alto, trasandato e fanfarone, che fa il verso a Hemingway.

Irresistibili poi risultano i camei di Pablo Picasso e di Marlene Dietrich.

Il tutto reso in un’atmosfera torbida che ricorda i vecchi film con Charles Boyer o Jean Gabin.

Il pregio maggiore di Sabotaggio infatti è come tratteggia un’epoca, nella quale la Guerra Civile Spagnola e le sue atrocità sono soltanto il prologo di anni vieppiù sanguinosi.

Sullo sfondo di una Parigi mai così Ville Lumière, un’umanità confusa, allarmata, ma al tempo stesso vitale ed edonista, quasi volesse brindare con l’ultima stilla di fatuità all’imminente conflitto mondiale.

Sabotaggio è un romanzo corale, un sipario strappato su momenti topici della storia europea.

Non ci sono buoni e cattivi, ma soltanto pedine di un gioco molto più grande.

SABOTAGGIO – RIZZOLI – 2020

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