Un Gioco Da Ragazzi è l’autobiografia di Bruno Conti, scritta con il giornalista sportivo Giammarco Menga. E che vede anche la presenza di una prefazione d’eccezione scritta da Francesco Totti.
“C’è solo un Bruno Conti!”, è uno dei cori che stringono più il cuore dei tifosi romanisti. Esortazione poi traslata anche ai tifosi italiani perché Conti è stato anche un riferimento determinante per la nazionale italiana di calcio.
In Un Gioco Da Ragazzi andiamo a scoprire una vita intera guardandola da vicino grazie all’umiltà di chi racconta e di chi riesce a trasmettere emozioni tanto forti partendo da quelle familiari per giungere poi a grandissimi successi.
Vittorie incredibili raggiunte grazie a una devozione speciale e alla capacità in ogni situazione di cercare il lato positivo delle cose. Una delicata ironia ci segue sempre per quel metro e sessantanove dell’ala destra romana e della nazionale che lui riesce sempre a sdrammatizzare fino a farla diventare un punto di forza nello sport e nella vita.
Bruno Conti nasce a Nettuno da una famiglia umilissima da papà Andrea e mamma Secondina e ha una sfilza di fratelli e sorelle con le quali condivide una casa piccola ma piena di amore e buona educazione.
Quei valori che la sua famiglia riesce a trasmettergli diverranno un punto di forza nella vita di un calciatore al quale nessun tifoso ha mai negato bontà d’animo e amor proprio per la propria squadra.
“Ecco, questo è il motivo principale per cui ho accettato di scrivere la mia autobiografia. Lasciare una testimonianza concreta ai più giovani sui valori della vita che mi hanno trasmesso papà Andrea e mamma Secondina, i miei eroi.”
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Dalle difficoltà iniziali alla decisione del padre di mandarlo a giocare a baseball in America (la madre chiede dove sia l’America) ai primi provini andati male fino al primo grande passo verso Roma. Tutto è raccontato con genuinità, dedizione nei particolari e passione nel ricordare.
Assistiamo alla nascita di una stella del calcio e lo facciamo insieme a Bruno Conti e alle persone vicine a lui conoscendo anche gli altri fautori della sua storia. Come lo Zio Fiore che lo porta ai provini perché in casa di Conti, nessuno ha un’automobile. E come Laura la futura moglie sempre amorevole e presente come sostegno nelle scelte importanti.
L’originalità di Un Gioco Da Ragazzi è anche nella capacità di sfumare i ricordi salienti con un punto di vista particolare. Come i rapporti con personaggi di spicco tipo Agostino Di Bartolomei, Roberto Pruzzo o il compianto Paolo Rossi, solo per citarne alcuni tra i tantissimi.
Con l’ascesa in prima squadra nella A.S. Roma, la vittoria ai mondiali del 1982, lo scudetto con la Roma del 1983 e la conseguente disfatta con il Liverpool nella finale della Coppa dei Campioni del 1984. Ecco forse su quest’ultimo episodio si può fare un appunto perché ogni romanista sa che l’anno dopo la Roma perse un dirigente fondamentale, ovvero Gilberto Viti. E quindi il grande Viti, in un pomeriggio di fine novembre del 1990, come riportato nel libro, non poteva essere assolutamente il segretario della Roma.
“Il giorno dopo andai direttamente nell’ufficio del nostro segretario GIlberto Viti.
<< Ho deciso, Gilbè, smetto di giocare a fine stagione.>>”
Comunque, la festa di addio al calcio che Viti da ex dirigente della Roma organizzò per Conti fu memorabile come il rapporto che i due hanno avuto da sempre. Due persone di cuore, umili e generose col prossimo. E questo ogni romanista lo sa perfettamente.
Un Gioco Da Ragazzi è un libro speciale che si fa leggere tutto di un fiato. Dove il pathos che esprime Bruno Conti, coadiuvato da Giammarco Menga, rimane anche oltre la lettura, come dopo una bella chiacchierata con un amico di lunga data.
E’ un ottimo regalo per chi è in cerca di una storia speciale ma anche per chi sta cercando di resistere alle difficoltà che la vita gli sta mettendo davanti.
UN GIOCO DA RAGAZZI – RIZZOLI – 2022
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