Recensione di Volevo Essere Vincent Gallo – Sergio Oricci

Recensione di Volevo Essere Vincent Gallo – Sergio Oricci

Volevo Essere Vincent Gallo è un microcosmo di pensieri che si tramutano in racconti pimpanti e colorati.

Di raccolte di racconti ce ne sono tante in giro, anche se l’editoria italiana un po’ li snobba, ma in questo caso siamo davanti a una precisa scelta stilistica di una raccolta con un’unica voce carismatica, energica e un po’ pazza.

In Volevo Essere Vincent Gallo andremo alla scoperta delle tante sfumature che un racconto breve può assumere. E’ certo che è il fulcro della fantasia letteraria. Perché in ogni piccolo racconto vi è celata un’idea di fondo che pulsa parola dopo parola.

Così possiamo trovarci in una via di Cluj, in Romania, o in un party di sigarette elettroniche, o ancora in una disputa di genere sul lavaggio regolare dei capelli, ne usciremo sempre stupiti dalla piega della storia.

L’autore, Sergio Oricci, ha la capacità di rendere sorprendente qualcosa che normalmente è privo di luce propria perché intelaiato, magari, nelle pieghe della quotidianità più scontata.

“Apre la sua birra. Per me è troppo amara, ma lei non ha problemi di allergia con quella.
E’ allergica a tutto. Pollo, per esempio. Tacchino, gallina, faraona e chissà cos’altro. Pesce. Come si può essere allergici a tutto il pesce, senza eccezioni? Medicine, può prendere soltanto aspirine per bambini e vitamina C. Birra, appunto, tranne quella artigianale e la Ichnusa non filtrata.”

Ecco, così può nascere dall’apertura di una birra qualcosa di inaspettato che diventa profondo o spicciolo, vacuo o utilissimo. Sempre rimanendo in un range al quale tutti possiamo attingere ma che in Volevo Essere Vincent Gallo diventa comico, beffardo e schietto.

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Inoltre, la quotidianità spicca il volo quando si inalbera verso il surreale con tinte grottesche.

“Sono sul palco con un occhio di bue puntato addosso. Fermo, non faccio niente. Sto lì. Esisto. Dovrebbe spostare qualcosa tutto questo. Sento il coro intonare “Ipertricorico focomelico” sulle note di Largo al factotum, dal Barbiere di Siviglia. Le vibrazioni mi attraversano.”

Così un uomo dalla pelliccia di peli può diventare un’attrazione ma anche un racconto pieno di pathos a partire proprio dallo stesso punto di vista del personaggio principale.

Sedici racconti eccentrici e mai banali che viaggiano in spazi ipertrofici, pronti a raccogliere come spugne le spigolature della vita umana per poi ciancicarle in qualcosa di sorprendente.

Si scorre nella lettura come farebbe una saponetta lanciata su un pavimento cosparso d’olio. Sempre pronti a cercare di capire dove si andrà a parare. Dall’inizio fino alla fine con il racconto, omonimo e pungente, di Volevo Essere Vincent Gallo.

E’ anche un regalo perfetto per l’amico/a appassionata di racconti brevi e di storie originali e con un ritmo battente.

VOLEVO ESSERE VINCENT GALLO – PIGDIN EDIZIONI – 2021

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