Rubare La Notte di Romana Petri – Recensione


Rubare La Notte Recensioni

Rubare La Notte, una citazione:

“C’è una cosa che mi commuove di questo mio lavoro: il fatto che i nostri aerei trasportino la posta. Lettere, madre mia. Montagne di parole che le persone attendono. E non pensiate che ne sia curioso, non ne aprirei una per nulla al mondo, finirebbe ogni incanto. Io le devo accumulare come ipotesi nella mia testa. Niente di più. E volare con loro.”

Tutti lo sanno: Antoine de Saint-Exupéry ha scritto Il piccolo principe, uno dei romanzi più popolari del mondo.

Quello che tutti non sanno è che Antoine, detto famigliarmente Tonio, è un personaggio che vale da solo una grande storia.

Ed è la sua storia che Romana Petri ha scritto con la furia febbrile di chi si lascia catturare da un carattere e lo fa proprio, anzi lo ruba.

Orfano di padre, Tonio vive un’infanzia felice nel castello di Saint-Maurice-de-Rémens: amato, celebrato, avviluppato al mostruoso quasi ossessivo amore per la madre.

Una fanciullezza che gli resta incollata all’anima per tutta la vita, fin da quando, straziato, vede morire il fratello più giovane.

L’infanzia lo tallona come un destino quando, esaltato, comincia a volare, pilota civile e pilota militare, quando si innamora tanto e tante volte, quando si trasferisce in America, quando scrive, persino quando si schiera e sceglie di combattere per un’idea di Francia che forse è sua e solo sua.

Dove sia andato Tonio, non sappiamo, nei cieli in fiamme del 1944.

Sappiamo che ci ha lasciato le stelle della notte, il sogno di una meraviglia che non si è mai consumata, il bambino che lui ci invita a riconoscere eterno dentro di noi.

Romana Petri costruisce e decostruisce, sgretola le regole della biografia, evoca e racconta amori, amicizie e sgomenti come dettagli di un appetito d’avventura mai sazio, si muove fra le date e dentro la Storia alla ricerca del principe che ha sconfitto la notte e che, volando, è entrato nell’infinito.

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Romana Petri vive a Roma. Autrice di romanzi, traduttrice e critico, collabora con “Io Donna”, “La Stampa”, “il Venerdì di Repubblica” e il “Corriere della Sera”.

Di Saint-Exupéry sapeva solo che aveva scritto uno dei libri più venduti al mondo, che era stato un pilota e che durante un volo era misteriosamente scomparso.

Ma lui è stato molto, molto di più.

La sua vita, i suoi pensieri, i suoi amori, la sete di vivere e di morire, l’amore mai pago per le donne, la sua apparente bonarietà, celavano un mondo di tenebra e luce che poteva restituire al pubblico un’immagine ben più prossima e sì, anche cara, di questo gigante un po’ goffo con un romantico naso all’insù, rivolto sempre al cielo.

La Petri si impregna di Antoine de Saint-Exupéry come carta assorbente e ci regala un romanzo bellissimo, muovendosi con maestria tra autobiografia e fantasia.

Rubare La Notte ci ricorda una grande verità.

Gli esseri umani profondamente tristi, specialmente quando hanno lo scopo di non crescere e restare bambini, sanno anche illuminarsi come vere e proprie meteore.

Luminosi e roboanti, ci sfrecciano davanti come comete di Halley, e a noi non rimane altro che restare lì fermi ad aspettare.

Se sono passati una volta, è probabile che torneranno.

O almeno, ci piace pensare così.

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