Senza Chiedere Permesso è un’analisi approfondita dello scenario rave italiano, europeo e mondiale. Non uno studio canonico però perché si basa sulla conoscenza e il lavoro di Pablito El Drito, pensatore di spicco del movimento attuale dei rave.
Rave è una parola piccola, quattro lettere, che racchiude in sé una forza unica. Di rave si parla già negli anni sessanta. Nei decenni a venire si sfrutta questa parola per indicare la rottura con l’ordine precostituito con un mezzo potente come la musica.
In Senza Chiedere Permesso il veicolo per raccontare l’epopea ‘raveiana’ che ha contraddistinto i primi anni novanta fino ai primi anni duemila sono i flyer. Mezzi di comunicazione efficaci al tempo dell’assenza dei social che permettevano anche un regime di segretezza molto alto.
I flyer avevano un’espressione massima, libera e creativa come quegli stessi rave ai quali partecipava lo stesso autore. Nei flyer inoltre erano presenti le raffigurazioni del tempo e della storia che il suo autore stava vivendo, in quella che era cresciuto e cosa voleva raccontare del rave che andava a pubblicizzare.
Sempre però ricordandoci che pubblicizzare è una parola scomoda per i rave, illegal e free party, raccontati dall’autore. Il segreto e l’invisibilità sono due fenomeni assolutamente salienti nell’organizzazione di queste feste. Party che vengono ispirati anche dal pensiero del filosofo Hakim Bey che ha teorizzato una zona temporaneamente occupata, la cosiddetta T.A.Z., per resistere ai mali del mondo. Non una fuga ma una presa di coscienza dentro a una spazio inutilizzato dove creare un proprio mondo speciale, autogestito e momentaneo.
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Pablito El Drito racconta come dall’inizio i rave fossero anonimi e orizzontali. Il dj era uno del gruppo. Tutti concorrevano alla riuscita della festa e alle volte bisognava portarsi da bere da casa perché non c’era neppure il bar.
Nel tempo il meccanismo si evolve e si collauda e si producono delle feste sensazionali con migliaia di persone che durano per giorni con il pieno rispetto dell’essere umano. Una pausa dal convenzionale che trasporta i partecipanti in un limbo di vicinanza, complicità e buona musica.
Tutto a questo mondo ha un inizio e una fine e anche qui come sempre accade ci troviamo ad affrontare una parabola discendente con le criticità che affiorano sempre più spesso. Fino ai giorni nostri con le notizie di cronaca nera, e criminale, appioppate all’immaginario collettivo come fenomeno ricorrente dei rave.
Ma Senza Chiedere Permesso non è solo questo. È anche il racconto di tribes, traveller e raver che s’incontrano e solidarizzano in un mondo ideale e lontano dal giudizio sociale. C’è tanta musica e una ricostruzione fedele delle trasformazioni interne che ha avuto questo movimento. Dei tanti contributi dalle inglesi acid house alla migrazione verso una Francia ancora libertina fino all’affaccio su tutta l’Europa e quindi in Italia.
Ci sono le leggi che hanno regolato (male) questo fenomeno sociale, c’è l’avvento dei social che ha informato troppo (male) l’opinione pubblica e c’è quel giornalismo sempre in cerca di una notizia che per diritto di cronaca ha dipinto (male) i rave di colori non veritieri e allusivi senza ovviamente possibilità di replica.
Tutto questo passando per quei flyer che Pablito El Drito ha generosamente pubblicato alla fine del libro insieme alle testimonianze dei suoi disegnatori.
Questo è un libro fondamentale per capire l’attuale scenario rave. E per comprendere come i media e la politica abbiano preso l’ennesima cantonata classificandolo semplicemente come generatore di morte e spaccio di droga.
Nel rave c’è molto di più. C’è racchiusa la capacità dell’uomo di ribellarsi all’ordine consolidato, al bigottismo e alle imposizioni. Ed è per questo che il rave fa tanta paura.
SENZA CHIEDERE PERMESSO – AGENZIA X – 2023
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