Recensione di Un Attimo Prima – Fabio Deotto

Recensione di Un Attimo Prima – Fabio Deotto

Un Attimo Prima, una citazione:

“Guardava il cielo che entrava dal parabrezza e si rendeva conto che se una volta sdraiato sul lettino gli avessero chiesto di descriverlo, quel cielo, non avrebbe saputo da dove incominciare. Era un cielo come ne aveva visti a decine, di un celeste carico ma non saturo, terso eppure sferzato qua e là da macchie di cirri e cumulonembi, ogni tanto la forbicina nera di una rondine pizzicava l’azzurro, ruotava e capriolava senza direzione, per poi imboccarne una precisa e sparire. Era un cielo fatto di silenzi e rumori, e di pochissimi colori. Poteva essere un cielo perfetto – un’idea di cielo, insomma – così impeccabile che sarebbe stato impossibile, per non dire inutile, descriverlo.”

Deotto ci parla da un futuro prossimo, ma credibilissimo e sorprendentemente possibile.

Tra circa venti anni, il disfacimento che ha investito l’Occidente è giunto alle estreme conseguenze e il mondo – dopo la Crisi, il Crollo e la Ricostruzione – vive un periodo di difficile transizione, in cui il lavoro ed il denaro hanno perso centralità e valore.

In una Milano futuribile e quasi irriconoscibile, l’ex biologo cinquantenne Edoardo, ossessionato dalla morte del fratello Alessio avvenuta anni prima, si sottopone a un trattamento psicologico sperimentale ispirato alla scatola specchio di Ramachandran – un dispositivo utilizzato per curare la sindrome dell’arto fantasma nei pazienti mutilati – che promette, pur a distanza di tempo, di aiutarlo a elaborare il lutto.

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Nel corso della terapia ripercorrerà le vicende della sua famiglia, fino ad arrivare agli anni – i nostri anni – in cui Alessio è diventato un esponente di spicco dei movimenti antagonisti.

Come altri, Edoardo rischia di perdersi in una sterile contemplazione del passato, ma la ricomparsa improvvisa del figlio di Alessio, Sealth, di cui aveva perso le tracce, lo costringerà a scuotersi e a compiere una scelta. Perché in nessun modo il destino dovrà ripetersi.

Nel raccontarci la vicenda, l’autore non si schiera né dalla parte di Alessio, che si è speso fino allo spasimo per contrastare il potere, né da quella di Edoardo che ha cercato di andare avanti come poteva.

Deotto è interessato piuttosto a gettare un nuovo sguardo sulla storia tormentata di questo inizio millennio, fornendone un’interpretazione a tratti drammatica, in altri sarcastica. Con acume e disincanto, da un futuro che, dopo tutto, non è quell’Arcadia che viene dipinta e che fornisce all’autore un escamotage per osservare con occhi critici – ma anche benevoli – la nostra contemporaneità.

Un Attimo Prima è un romanzo con uno svolgimento sorprendente, che surfa su più generi, che pur di respiro ambizioso risulta privo di spocchia, e che rappresenta un unicum nel panorama letterario italiano.

Pagine che ci offrono uno stile narrativo non ampolloso, ma preciso e immediato come la guida in pista di una macchina da corsa.

Tra le atmosfere de “L’esercito delle 12 scimmie” di Gilliam e “1984” di Orwell, “Un attimo prima”, è, a suo modo un libro politico perché in questo scenario distopico si affrontano questioni che potrebbero essere prossime: nuove tecnologie e diritti di cittadini e precittadini, proprietà privata e bene collettivo, carne sintetica, orti urbani e crediti sanitari come moneta di scambio.

Ma il futuro dietro l’angolo, si sa, è una terra straniera.

UN ATTIMO PRIMA – EINAUDI – 2017

 

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